Schegge di celeste – Un thriller ironico e ricco di colpi di scena
Una storia costruita come un thriller ironico (Mjm editore, 14€ da Lafeltrinelli), tutto giocato su colpi di scena in cui il ruolo principale lo gioca la tecnologia informatica ma in cui, alla fine, la vecchia e tradizionale mafia sanguinaria e fondata su gerarchie e complicità inossidabili, prevale sull’individualismo degli hacker, che non esitano a farsi le scarpe l’un l’altro.
La protagonista di questa storia è Celeste Ardemagni: è lei che mette in moto l’azione. E’ una ragazza carina ma solitaria, che passa tutto il giorno, tutto il tempo, davanti al computer. Dopo aver letto una notizia di gossip (un’attrice sul viale del tramonto, col solo scopo di attirare un po’ l’attenzione, lancia un concorso per selezionare un uomo bellissimo e intelligentissimo per avere un figlio con lui dietro congruo compenso) e aver incontrato un bel ragazzo stupidotto e bellissimo su una chat, ha un’idea. Bellissimo ’84, il nickname del ragazzo stupidotto, presenterà la candidatura al concorso facendo leva sul suo aspetto mentre lei lo guiderà come un automa parlandogli attraverso un auricolare nella corsa alla vincita dell’ambito premio. Costui, nella vita vera, è Vitaliano Spatuzzo, DJ e modello, figlio di un boss mafioso, Tano, che gestisce un giro di squillo. Celeste è attratta dal guadagno facile che il compenso promesso per il vincitore rappresenta. Il suo ruolo sarà anche quello di violare la casella di posta elettronica della Best Advertising, la società che cura l’immagine dell’attrice sul viale del tramonto il cui nome è Bianca Del Prado, eliminando i curricula della maggior parte degli avversari di Vitaliano e rendere certa la sua vittoria.
C’è un altro intreccio che si crea in parallelo: la donna che ha inventato la campagna pubblicitaria, Anna, ha la carriera distrutta dalla cancellazione delle candidature al concorso, perde il lavoro e, per ripiego, grazie all’interessamento di un’amica – neanche a dirlo di chat, tale Valeria – entra nel giro di escort gestito da Tano Spatuzzo. Questi due intrecci paralleli entrano in contatto tramite le conversazione via cellulare tra padre e figlio che non hanno segreti l’uno per l’altro. Così, in un momento in cui lei, Tano e Valeria sono insieme e Tano racconta la vicenda in cui è coinvolto il figlio, Anna viene a sapere che il concorso datole per fallito e che le era costato il licenziamento aveva avuto in realtà un grande successo (avevano riposto più di 3 mila uomini) ma era stato truccato.
Dopo una serie di colpi di scena, Anna ha la sua rivincita, Bianca non riesce a cogliere l’occasione per dare una vera svolta alla sua vita, Celeste, come a meritare una punizione per aver messo in piedi l’imbroglio principale, ha la peggio e perde tutto, il Commissario Lo Stumbo – l’unica persona per bene di tutto il libro – muore, mentre il vecchio mafioso Tano riesce, pur dalla galera, a mantenere intatto il suo potere e a proteggere il figlio.
La forma letteraria scelta da Enrico Violet per raccontare questa storia dal sapore rocambolesco e ironico è quella di un romanzo breve che, soprattutto all’inizio, somiglia molto a una sceneggiatura. E’ un intreccio intrigante e moderno, cui avrebbe giovato se l’editore fosse stato così generoso da sottoporlo alla revisione di un editor per riequilibrare i punti in cui la narrazione entra troppo in dettaglio rispetto a quelli in cui si resta un po’ spaesati e si vorrebbero avere più particolari. Sarebbe interessante ricavarne un lungometraggio.
Scheda del libro
Editore Mjm EditoreData uscita 01/2011Pagine 180, brossuraLingua ItalianoEAN 9788897463436
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