High & Dry. Primo amore. Recensione dell’ultima, semplice storia d’amore e immaginazione della Yoshimoto
“High & Dry. Primo amore” (ed. Feltrinelli, 7,50 € su Feltrinelli.it), di Banana Yoshimoto è un nuovo, breve romanzo dell’autrice giapponese che parla di amore.
E’ una storia semplice, come le altre della scrittrice, che non va letta con una pretesa di trovare il romanzo della vita. Tuttavia, come già dal primo da lei pubblicato, Kitchen, è in cima alle classifiche proprio per questa semplicità costruttiva.
Siamo chiaramente in Giappone, ma questa volta l’ambientazione è un aspetto marginale. Di solito la Yoshimoto ha scritto di personaggi con problemi psicologici o fisici, o altri difetti. Qui invece troviamo Yuko e Kyu, una quattordicenne e un uomo del doppio della sua età – così è definito – che possiedono un dono speciale in comune che li avvicinerà.
Yuko è una ragazzina che sta entrando nell’adolescenza e scoprendo sentimenti nuovi, ma non solo. Fin da bambina è anche in grado di vedere cose che gli altri non vedono, per strada “persone quasi trasparenti” e anche ”creature assurde, pesci giganteschi e minuscole api”, e può indovinare i desideri e i pensieri di chi le sta intorno grazie a una sensibilità fuori dal comune.
Ma proprio questa qualità la fa pensare di essere diversa, di avere molti difetti e vedere cose inesistenti. Inoltre soffre per la lontananza del padre, costretto dal lavoro a lunghe assenze, mentre è la madre, con la sua comprensione, anche per ciò che Yuko vede, a salvarla, come dice lei stessa, dalla pazzia. Ma questo comunque la porta a non avere molti amici con cui confidarsi, e a sviluppare una sola passione con cui trasmettere tutte le sue emozioni, ovvero il disegno.
Ed è proprio con il maestro di disegno, Kyu, che le sta insegnando ad assegnare un colore a ogni stato d’animo e ad ogni emozione, che scatta la prima scintilla. La differenza di età è molta, però è difficile frenare il proprio cuore. Tutto resta in sospeso finché, un giorno, accade che Yuko vede uscire da una pianta degli omini verdi con degli occhi grandi e rotondi, saltare alla finestra e sparire in un bagliore. Il fatto curioso è che nessun altro è riuscito a vederli, eccetto proprio Kyu, il maestro.
Questo spinge l’alunna a rivelarsi, e scoprire che anche lui ha un sentimento in comune. Comincia così questa storia di due anime che si incontrano e condividono la visione degli aspetti nascosti e segreti della Natura.
Il romanzo in realtà è la descrizione della nascita di questo primo amore, a metà tra realtà e immaginazione, mentre scopre giorno dopo giorno i turbamenti del cuore e dei sentimenti.
E la difficoltà di diventare grande. I due si presentano ai rispettivi genitori, che in qualche modo comprendono l’importanza della cosa. Ma quando Yuko conoscerà la madre di Kyu, si troverà davanti ad uno spettacolo inaspettato. E’ infatti un’artista, ed è circondata da centinaia di sculture di spiriti in legno “simili a gnomi, proprio identici alle creature che quel giorno Kyū e io avevamo visto allontanarsi di corsa“.
Ma per quanto giovane, Yuko sa di star vivendo per pura fortuna un primo amore in una maniera perfetta.
Yoshimoto, come negli altri romanzi, usa uno stile tenue, sussurrato come le parole d’amore, facendo sì che il romanzo sia abbastanza breve perché le parole fluiscano naturalmente, senza interruzioni o effetti artificiali. Come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Così come il linguaggio che l’autrice utilizza, intimo, semplice, che proprio per questo è particolarmente apprezzato dai giovani che bene sanno cogliere la solitudine e il dolore del crescere tra i temi affrontati nei suoi testi. Tutto ciò che descrive l’autrice sono infatti piccole cose quotidiane, conversazioni, gesti che si compiono sempre, ma che caratterizzano in maniera fondamentale le nostre giornate e relazioni con gli altri, pur spesso senza farvi attenzione e senza accorgerci.
In questo modo la Yoshimoto offre un altro grande esempio del suo talento e intelligenza nello sviluppo di un argomento così delicato senza cadere in una volgarità che attrae molti autori parlando dell’adolescenza.
Dal titolo, High and Dry, viene inoltre la colonna sonora, se così vogliamo. Si tratta di una canzone dei Radiohead che fa da sottofondo alle avventure della quattordicenne, e magari anche alle vostre.
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