Cielo di sabbia. Recensione ‘on the road’ di una fuga attraverso il selvaggio Sud degli Stati Uniti
“Cielo di sabbia” (ed. Einaudi, 12,75 € su Feltrinelli.it) , di Joe R. Lansdale, è un romanzo d’avventura, di disperazione e di speranza. Lo scrittore texano, considerato uno dei più brillanti dell’ultima generazione, ci porta ancora una volta in un mondo reale, nel passato, segnato da una catastrofe naturale e nell’ambiente a lui più consono: la terra brulla e a tratti inospitale del sud degli Stati Uniti, tra il Texas e l’Oklahoma.
Il racconto comincia negli anni Trenta, durante la Grande Depressione, descrivendo un fenomeno realmente accaduto, chiamato “Dust Bowl”. Così racconta l’autore: “In Oklahoma, Nebraska, Kansas e in parte del Texas, la gente aveva coltivato i terreni in modo tanto intensivo da rovinarli. La terra era così impoverita e sterile, senza un filo d’erba, che il vento la sollevava fino in cielo, creando vere e proprie “tempeste nere”, nubi di sabbia larghe anche un chilometro e mezzo, che attraversavano tutto l’Oklahoma e parte del Texas. La gente fuggiva a Ovest o dovunque si potesse trovare della terra da coltivare. Il romanzo racconta questa fuga dalla devastazione della sabbia.”
Sabbia che sommerge tutto e tutti, se non si sta attenti, così come i tornado, anch’essi frequenti – e ora anche di più – nella zona spazzano via ogni cosa. Lo stesso Lansdale sa descrivere così bene questi fenomeni naturali estremi perché li ha vissuti in prima persona, e più volte. E’ infatti sopravvissuto a due tornado, ed è stato diretto protagonista dell’uragano Kathrina.
La Dust Bowl dell’Oklahoma questa volta ha mietuto diverse vittime. La madre di Jack è rimasta soffocata, il padre si è suicidato pochi giorni dopo per la disperazione. Dalla terra non cresceva più niente, non c’era nessun guadagno, e ora la moglie morta è stato troppo per lui. Jack comunquue riesce in quei giorni di carestia ed abbandono a sfamarsi con le carni dei pochi conigli morti nascosti dalla famiglia, sopravvive grazie all’acqua del pozzo della fattoria che non è ancora ostruito dal fango.
Quando Jack finisce di seppellire i genitori, arrivano Jane e suo fratello Tony, anch’essi rimasti orfani. Ormai lì intorno non è rimasto più nulla, è tutto sommerso dalla polvere, e così decidono di rubare la Ford del vecchio Turpin, anch’esso deceduto, e di iniziare un viaggio ‘on the road’ fino al Texas, dove forse dei parenti di Jane potranno aiutarli a trovare un lavoro e iniziare una nuova vita.
Certo, abbandonare tutto non è facile, ma ormai non è restato niente da lasciare. Così si mettono alla guida e cominciano questo lunga peregrinazione, in un’America selvaggia e rurale che li costringerà a crescere definitivamente.
Il viaggio sarà tutt’altro che tranquillo, un po’ per i luoghi attraversati, lunghi deserti in cui non si incontra un essere umano per miglia e miglia, un po’ per il momento economico, che ha spinto molte persone a darsi all’illegalità per campare, specialmente in quelle zone in cui la Legge era più una teoria che una pratica.
Ecco dunque che i ragazzi incontreranno un circo ambulante di ogni categoria di persone, da vagabondi a rapinatori, a folli deliranti fino a doversi confrontare con alligatori e sciami immensi di cavallette.
Secondo Lansdale, è durante i fenomeni estremi che il meglio e il peggio dell’animo umano vengono scoperti. Questo viaggio mostrerà a Jack e agli altri quanto sia vero, passando dalla diffidenza alla solidarietà, dall’odio alla compassione, ma alla fine uniti per combattere con il proprio istinto di sopravvissuti, e con sincerità, ogni avversità sul cammino.
Cielo di sabbia è un ritratto affettuoso dell’adolescenza, tra i problemi che comporta e le infinite risorse che mette a disposizione.
Nonostante sia un romanzo ‘on the road’, una meta c’è, ed è la crescita interiore dei ragazzi, che si vedono costretti a passare velocemente dalla pubertà allo stato di adulti per sopravvivere.
Lansdale, inoltre, da al tutto un tocco di ironia e umorismo a volte davvero divertenti, tra banditismi, con personaggi come John Dillinger, uomini alla disperazione che usano pistole per provare a riprendersi una vita che la natura sembra aver loro portato via, e lotte sociali.
Perché essendo negli anni ’30 non mancano la povertà e la fame, e neppure il razzismo, che è uno dei temi più cari allo scrittore texano. Nonostante molti altri suoi romanzi siano infarciti di una certa violenza e volgarità – per questo è definito l’unico scrittore veramente pulp oggi vivente – in Cielo di sabbia sembra astenersene, rendendo la lettura nettamente più scorrevole.
Il nuovo romanzo di Lansdale è sicuramente uno dei suoi migliori, portandoci all’interno di un’avventura coinvolgente e ottimamente scritta. Ci fa immedesimare nella mente di questi giovani adolescenti che sono costretti ad affrontare un mondo volgare, violento e disonesto. Il mondo degli adulti che non conoscevano.
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