Intervista a Federico Crosara autore del libro “Prima che il mondo cominci a bruciare. Problemi italiani”
Da cosa è stato ispirato per creare il personaggio di Luca?
Non c’è una persona in particolare a cui mi sia ispirato. Luca è la somma di esperienze di persone che conosco o di cui sono venuto a conoscenza.
Qual è la scintilla che ha acceso il “fuoco dentro” i suoi personaggi?
Ognuno ha la sua. Ad esempio per Luca è il contratto a tempo indeterminato non datogli, per Alessia la rottura del rapporto con Edoardo. In realtà queste sono solo l’ultima goccia che fa traboccare il vaso. Le menti e i corpi di queste persone sono saturi di rabbia pronta ad esplodere. La scintilla scatenante non è importante, il problema sono gli anni trascorsi tra insofferenza e apatia ed un futuro che non preannuncia nulla di buono.
In un momento così difficile per il lavoro, cosa consiglierebbe ad un ragazzo in cerca del primo lavoro: restare in Italia o fare le valigie?
Andare via.
“Prima che il mondo cominci a bruciare” è davvero secondo lei solo un problema italiano? E perché?
Per me è un problema principalmente italiano perché, dei cosiddetti paesi ricchi, è l’unico ad avere contemporaneamente una corruzione così diffusa e radicata, difficoltà nel ricambio generazionale dei ruoli dirigenziali, politica sociale inesistente, nepotismo e clientelismo come dati di fatto. E programmazione industriale nulla.
Ribellarsi al potere, progettare una via di fuga da una realtà di privazioni e insoddisfazioni, un ritorno al ’68 volendo azzardare un paragone: è la storia che si ripete o sono gli uomini a fare sempre gli stessi errori?
Credo purtroppo sia un problema insito nell’essere umano. Il frodare il prossimo intendo. Tuttavia ritengo lecito ripararsi e proteggersi da queste persone con ogni mezzo. In alcuni periodi i “buoni” vincono sui “cattivi” ed in altri viceversa. Sta a noi scegliere da che parte stare.
Sia chiaro che la soluzione a tutti i problemi non è sicuramente il posto fisso e soltanto diritti senza doveri.
La totale attuazione delle richieste sindacali degli anni ’70 sarebbe un suicidio per qualsiasi paese, al di là che sia in crisi o meno.
I personaggi di questo libro si incontrano nella vita di tutti i giorni, ma sono giovanissimi e appena entrati nel mondo del lavoro precario. Quanto sono più o meno fortunati rispetto ai colleghi più maturi e che sono da tempo senza una occupazione fissa?
Sicuramente la gioventù è dalla loro parte. Il tempo però passa veloce e quindi se le cose non vanno per il verso giusto in tempi brevi, il mio consiglio è di studiare una lingua straniera e lasciare il paese.
Nulla vieta a nessuno di rimanere per cambiare le cosa ovviamente.
Se “Prima che il mondo cominci a bruciare” diventasse un film, a quale regista lo affiderebbe?
Secondo me Hans Weingartner il regista di “The Edukators”, Carmine Amoroso di “Cover boy: L’ultima rivoluzione” e Michel Gondry potrebbero realizzarlo in modo fedele. Poi però mi ci metto anch’io, visto che ho una piccola casa di produzione. In effetti il libro nasce da una sceneggiatura. Per questo all’interno ne ho lasciate delle parti, per ricordarmi ciò che avevo iniziato.