Intervista a Liliana Guerriero
Per quale motivo -e proprio in questo momento storico e sociale- ha scelto una ex magazziniera come protagonista del romanzo?
Nessun significato recondito o teoria sociale: l’idea di scrivere un libro è partita da un fatto realmente accaduto in un istituto in cui ho lavorato. Solo che, in quel caso, il responsabile del “furto” fu spostato ad altro incarico. Comunque non si trattava, a mio parere, di un ladro ma di una “persona qualunque” massacrata dalla sfortuna. Il fatto che nessun personaggio abbia un nome non è casuale; sta a sottolineare che narro di “gente qualunque” di una periferia “qualunque” di una città “qualunque”, di quelli che vengono definiti perdenti.
Qual è il rapporto tra la protagonista e la scrittrice?
Io non ho inventato niente, ho solo rubato dalla realtà. La donna piccola e “invisibile”, che scruta il mondo dallo spioncino, appollaiata su una seggiolina con le gambe mozzate, è una mia vicina di casa esistita davvero e che non ha fatto in tempo a leggere il mio libro. La fuga nella fantasia, come difesa, appartiene a tutte le persone sole come lei , e sono tante. Ci tengo a dire che, come sempre accade, nel mio personaggio c’è anche molto di me: lo scetticismo di fondo, l’intesa con gli animali (sono vegetariana), l’amore per il cinema e la lettura, e, infine. la passione per Robert Mitchum che risale alla mia adolescenza e a cui avrei voluto dedicare il libro. Non a caso nella mia pagina facebook, compare il video “lettera d’amore a Robert Mitchum” di Piera degli Esposti.
Il tempo della storia è un elemento cardine, che sembra scandire la vicenda: 14 giorni. Ha un significato particolare? Perchè questa durata e non un’altra?
In origine non avevo in mente una durata precisa. Diciamo che i tempi della storia sono venuti da soli, così come è venuto da solo il finale solo in apparenza cinico e crudele. In realtà è una rivalsa nei confronti della vita.
Da grande appassionata di film, quale regista vorrebbe per la direzione di un film tratto dal suo romanzo?
Come regista ci vedrei Virzì, bravissimo nel raccontare storie “nere” con sarcasmo e senza pietismi.
Lei ha studiato e insegnato Matematica e Fisica: come queste discipline hanno influenzato il suo modo di scrivere?
Lo studio della matematica e della fisica ha influenzato lo stile della scrittura, suggerendo una prosa secca ed essenziale ed una geometria rigorosa degli avvenimenti narrati.