Rapsodia su un solo tema
Leggendo il terzo romanzo di Claudio Morandini, Rapsodia su un solo tema, Manni, 2010, non ho potuto non riferirmi a un passo (155-156) dello Zibaldone di pensieri di Leopardi, quello in cui sostiene che l’effetto della musica sulle bestie è diverso rispetto a quello che provoca nell’uomo. Aggiunge che bisogna distinguere tra il suono, che è la materia della musica come i colori sono la materia della pittura, e l’armonia. Sebbene sia il suono a colpire, questo effetto è giudicato naturale e non arte. Si ha arte solamente quando il suono è modificato dall’armonia. Conclude scrivendo che gli animali percepiscono il suono e non l’armonia, così come non tutti gli uomini, e non tutte le nazioni, sono in grado di apprezzare l’armonia, limitandosi a cogliere il solo suono.
Ebbene, per chi ha già letto il romanzo di Morandini è chiaro quali siano i due personaggi ai poli di Ethan Prescott: l’armonia di Rafail Dvoinikov e il suono di DJ Kosmo; la ricerca di un senso -per il proprio io, più che universale-, con Dvoinikov e il venire a patti con gli “animali”, nel rapporto con il secondo.
Ad interessare Ethan, a condurlo più volte dall’America in Russia per incontrare il vecchio compositore, non è certo il “colore” di una partitura (quella che dà il titolo al romanzo), quanto il consolidamento di proprie certezze; e ciò non trova. I viaggi anzi stimolano ulteriori interrogativi, addirittura sulla propria, data per acquisita, identità sessuale.
Non è possibile, se non a patto di dolorose omissioni, sintetizzare il contenuto di questo libro che lo stesso autore ha rivelato fatto di parti che si combinano come le bamboline in una matrioska; e che affida al lettore, con un sorriso, il compito di ricomporle, fino all’ultima, quando ormai divenuta una, non c’è voglia di riporla su di un qualsiasi scaffale e si è invece tentati di separarle nuovamente, magari alla ricerca… di un epilogo diverso.
Bamboline di matrioska sono altresì gli stili, da saggio, da diario personale, da trascrizione di conversazioni e di verbali di interrogatori, da pamphlet settecentesco, da appunto personale. Matrioska lo stesso titolo: dal momento che la rapsodia è a più temi, e se ne dichiara uno unico… dove sono le bamboline nascoste? Probabilmente nelle esecuzioni della Rapsodia, successive all’unica che Ethan ha avuto la facoltà di ascoltare, e dunque -ironicamente- negate.
Il paragone con le matrioske è più che calzante, se anche il pensiero di Dvoinikov è che “un’idea non vive mai sola, […] non appena la si scrive le si avviluppano attorno all’istante altre idee, altre varianti della stessa idea, sviluppi, contorsioni, rifrazioni” (p. 121).
Un’espressione diretta del bello, eterna, perfetta, compiuta, sembra ciò che Ethan-Morandini inseguono; Ethan la percepisce persino…
Norma Stramucci