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L’eleganza del riccio

copertina_656Il libro è basato su paradossi: una portinaia sciatta, ma colta e una dodicenne, poco più che bambina, ma molto lucida. Entrambe nascondono la loro vera essenza dietro l’apparenza. E’ affidato ad un uomo, un giapponese, il ruolo di “salvatore” delle loro esistenze.
Siamo a Parigi, in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia. La portinaia, Reneé, è vedova, grassa, sciatta, pigra, teledipendente, dedita alle faccende. Il gatto è il suo unico compagno, ma coltiva da autodidatta la filosofia, l’arte, la musica e la cultura giapponese. Osserva distaccata la vita del palazzo. Paloma, la figlia di un ministro, che finge di essere una ragazzina mediocre è invece perfettamente conscia dell’assurdità dell’esistenza e ha programmato il proprio suicidio il giorno del suo tredicesimo compleanno. A Ozu, un regista giapponese, è affidato il compito di smascherare l’impostura delle due donne e riportarle alla “luce” attraverso l’attenzione e l’amore.
Tre personaggi che difficilmente si trovano nella realtà con queste caratteristiche, ma è proprio questa metafora di una “famiglia”, composta da una donna intelligente, ma frustrata e relegata a un ruolo servile, da una ragazzina altrettanto intelligente e frustrata e da un uomo intelligente, sensibile e forte capace di dare il giusto valore alle persone, di mediare tra le due donne e di essere colui che riesce a dare senso alle loro vite, è questa metafora, secondo me, la ricetta speciale che ha fatto di questo libro un best-seller.
L’autrice con un linguaggio simil-filosofico tenta di esplorare il senso dell’esistenza dei personaggi, ma è una operazione poco riuscita, a parer mio, sia da un punto di vista filosofico che da un punto di vista psicologico, ma non era questo l’intento del libro. Il focus è uno solo: l’amore ci salva, a prescindere dai blocchi e dalle cause dei blocchi.
Una favola elegante, tanto che una regista esordiente di 28 anni, che ha scoperto per caso il libro in una libreria di Fnac quando ancora non era diventato un caso letterario, ha deciso di trarne un lungometraggio. La regia e la sceneggiatura è di Mona Achache,.La parte di Reneé è affidata a Josiane Balasko, quella di Paloma a Garance Le Guillermic e quella di Kakuro Ozu, a Togo Igawa. Il titolo è “Il riccio”.
Uscirà il 5 gennaio nelle sale italiane.

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Elisa Sanacore

Autore: admin

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