Otto milioni di baionette. In guerra con le suole di cartone. L’ultimo grande scontro raccontato da Fernando Etnasi.
Fernando Etnasi, l’autore del volume “Otto milioni di baionette. In guerra con le suole di cartone”, non è uno storico di professione ma è un cultore serio e appassionato di storia italiana più recente. Al suo attivo vanta alcune pubblicazioni; e da anni raccoglie con cura testi, manifesti, fotografie e testimonianze. Il tratto caratteristico di questa opera risiede in una non nascosta vocazione didattica che facilita un percorso multilivello, principalmente immaginato come supporto dei processi di educazione delle nuove generazioni. Nella storiografia, la differenza tra diverse strutture di organizzazione testuale è ben nota e può essere fatta corrispondere all’alternativa tra archivio e narrazione: mentre la narrazione, pur permettendo anticipazioni salti e metanarrazioni, segue necessariamente un filo lineare, la struttura degli archivi è elencativa enciclopedica, e la loro consultazione segue una logica tutt’altro che lineare. Se per capire una narrazione devo seguirla dall’inizio alla fine, per ritrovare un documento non è necessario leggere una sequenza tutti i documenti raccolti nell’archivio: basta un indice, un catalogo. Ma agli archivi si chiede soltanto l’autenticità della documentazione e non si pretenderà che la sequenza dell’archivio costituisca la “narrazione vera”, d’altro canto, alla ricostruzione dello storico si chiederà di andare oltre alla documentazione, di produrre, in base alla documentazione, la ricostruzione più plausibile e più comprensibile. In realtà, negli ultimi decenni è andato sempre più diffondendo anche il sospetto secondo cui i veicoli di comunicazione non rivestano solo un ruolo strumentale, bensì svolgano una complessa funzione di generazione e di strutturazione della conoscenza stessa. Peraltro il rapporto tra la storiografia e i nuovi mezzi di comunicazione multimediali è una questione senz’altro complessa e sempre meno eludibile, ma la soluzione prospettata dall’A, è ben modulata e riesce a influire positivamente nel processo di produzione della conoscenza storica che non si limita alla scuola, ma potrebbe rivolgersi ad un più vasto pubblico di lettori. La fondamentale caratteristica dell’insegnamento della storia nelle scuole, è noto, deve essere quella di fornire in primo luogo la conoscenza dei dati sui quali esercitare lo spirito critico dei lettori/alunni e più in generale degli appassionati di storia. Ma anche i docenti hanno bisogno, come esigenza indispensabile, di ricorrere al documento per una maggiore precisione quando operano nel campo della diffusione stessa della conoscenza storica, per ottenere vivacità e precisione del loro insegnamento. Il quadro interpretativo generale di Etnasi, dà certamente conto di quanto accaduto in quegli anni, offrendo al contempo numerosi spunti di riflessione. La prosa è scorrevole, i manifesti riprodotti e così le testimonianze aiutano da subito a rinverdire accadimenti e fatti come eventi apparentemente non connessi fra loro, ognuno corrispondente alla sua logica di simultaneità negli avvenimenti. In realtà, qui un nesso c’è ed è quello di raccontare la contemporaneità del nostro passato cercando di dare un senso al proprio presente e di aspirare a un futuro.