Il mio lungo viaggio nel secolo breve
Dagli anni della formazione intellettuale tra i cinefili del Cineguf all’approdo nell’orbita della fronda e della lotta politica. Dallo sconforto del dopoguerra in una Roma dove il cinema è agonizzante, alla scoperta di una nuova frontiera di cultura europea in una Milano bohèmien. Dalle prime prove come sceneggiatore e aiuto regista con Rossellini in Germania anno zero e nella stesura di Riso amaro di De Santis, all’avvio di una personale ricerca autoriale, mai piú interrotta per oltre un cinquantennio, nonostante le strettoie di una censura occhiuta, i movimenti tellurici degli anni sessanta e settanta, lo stravolgimento dell’industria cinematografica costretta a fare i conti con la crescente potenza mass-mediatica della televisione… Cosí, ricostruendo le tappe di un cammino personale – fatto di fedeltà alle istanze estetiche ed etiche del neorealismo, d’impegno politico attivo e d’impellente bisogno di narrare il recente passato cosí come un presente tutto da decifrare -, Carlo Lizzani delinea i tratti essenziali di un’autobiografia intellettuale e artistica in cui non viene mai meno il senso di una passione civile e culturale. Quella passione che lo porterà a raccontare, come documentarista, le grandi stagioni e crisi del secondo Novecento (dalla Cina al Vietnam, all’Angola…) o ad accettare sfide come quella di rilanciare la Biennale di Venezia dopo l’ondata contestataria del ’68.�����