Il demone in tasca | Ornella Pani
La trama
Quel dolore segreto era rimasto sepolto dentro Ilde per venticinque anni. Avrebbe potuto continuare a fingere di ignorarlo, se un incontro casuale non l’avesse riportata agli anni dell’adolescenza, tra gli alberi del parco dove aveva giocato, riso, flirtato, fino al giorno in cui la sua vita si era fermata.
C’è qualcosa nel mondo degli alberi che non si perde mai, che conserva la memoria di ciò che è accaduto sotto le grandi chiome, anche quando non ce n’è più traccia fra gli esseri umani; Ilde sapeva che gli alberi non avevano dimenticato. Per questo andava da loro a cercare quei frammenti di vita che non riusciva a ricordare.
Il demone in tasca di Ornella Pani si snoda seguendo un leit motiv ben preciso, costituito da una continua dicotomia tra passato e presente, tra realtà e immaginazione, nel tentativo di ricostruire una personalità divisa tra l’aspirazione ad essere libera e le catene di un passato non risolto.
Aveva sentito il bisogno di vedere i suoi platani, di sentire nel cuore l’eco dei suoi ricordi d’infanzia, quelli che la facevano ancora sorridere. Perché lì, da qualche parte, c’era anche un ricordo che le faceva male. Era per questo che doveva raggiungere ancora una volta la vasca di pietra e tornare dove la sua vita girava in tondo in un cerchio senza principio e senza fine.
Il passato irrisolto ha un ruolo importante per l’intera storia narrata: angosce e paure lo caratterizzano; tuttavia, nonostante la gravità del tempo ormai scivolato via, emerge la speranza, con tutta la sua voglia di tornare a vivere. I lettori potrebbero facilmente immedesimarsi e dunque ritrovarsi in tale aspetto. Chi non ha dovuto fare i conti col proprio passato, cercando di guardare con fiducia al futuro?
“La mia opera è stata influenzata soprattutto dall’incontro con una persona reale. L’ambiente circostante è ispirato a una mescolanza di elementi in cui si fondono diversi luoghi che ho visitato in diverse città, compresa la mia. Ma la città in cui è ambientata la storia non viene mai identificata. L’ispirazione principale è venuta da una barbona che vive nel mio quartiere. Un giorno mi sono fermata a parlare con lei e ho scoperto che aveva un lavoro, una casa e una famiglia. A un certo punto ha deciso di tagliare i ponti con la sua vita, ma non ha voluto dirmi da cosa è fuggita…” ci racconta l’autrice de Il demone in tasca, testo collocabile nel genere noir (in senso lato), in quanto cerca di sondare la parte più oscura della mente della protagonista, avvicinandosi così anche alla definizione di romanzo psicologico, perché indaga sul mondo interiore della protagonista e su certi suoi processi psichici.
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L’autrice
Ornella Pani è nata e vissuta a Cagliari, dove ha frequentato il liceo classico e si è laureata in Giurisprudenza; è impiegata come Funzionario presso il Comune della sua città e partecipa spesso ad attività o eventi legati al mondo letterario. Ama la musica classica e in particolare l’Opera. Nel 2013 ha pubblicato una raccolta di fiabe intitolata “I racconti del bosco di Coconne” , mentre “Il demone in tasca” è il suo primo romanzo.
“Mi è sempre piaciuto scrivere perché mi è sempre piaciuto leggere. Penso che chi scrive affronta, più o meno consapevolmente, quelle parti di se stesso che non ha ancora risolto. Le stesse che cerca in quello che legge. È stata anche tale ricerca a ispirarmi Il demone in tasca” ci rivela Ornella, che al momento sta lavorando a un altro romanzo incentrato, proprio come quello oggetto della nostra presentazione, su una figura femminile.
Non solo scrittura nella vita della nostra autrice, bensì anche fotografia e musica che danno un valido e poetico supporto a Il demone in tasca: “Sono stata io a scattare la foto della copertina, in un parco della mia città; nel romanzo c’è una fontana di pietra che per la protagonista rappresenta un luogo pieno di ricordi. Mi ha colpito il modo in cui il riflesso della vegetazione sull’acqua si confonde con il suo contenuto, perché è un’immagine che evoca l’incertezza del confine tra realtà e l’immaginazione, che è un po’ il cuore di tutta la storia. Quale colonna sonora consiglierei? Il preludio n. 15 di Chopin, la goccia. Una melodia malinconica con un sottofondo ossessivo”.
QUI la nostra intervista all’autrice.
Lo stile
Il processo di Kafka, Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde di Stevenson, Il ritratto di Dorian Gray di Wilde. Sono questi i romanzi che potrebbero legarsi a Il demone in tasca. Essi affrontano problematiche esistenziali comuni, all’insegna del ‘niente è come sembra’, dal momento che c’è sempre una realtà sottesa che non è dato conoscere, oppure che è dato conoscere, ma solo a caro prezzo.
L’autore che più ha ispirato l’atmosfera vagamente angosciante del romanzo di Ornella Pani è senz’altro Franz Kafka, con un particolare riferimento all’opera “Il processo”. A spiegarci il perché è la stessa autrice, che cita anche altre opere a riguardo: “La protagonista è afflitta da un senso inspiegabile di angoscia che accompagna i ricordi della sua adolescenza. Un’angoscia a cui non riesce a dare un nome o un volto. La scomposizione della realtà su vari piani, quella che si vorrebbe, quella che sembra e quella che è, mi fa pensare alla visione del mondo di Pirandello in Uno, nessuno e centomila. L’eterno conflitto tra l’individuo e la propria ombra, quella parte di sé che è difficile riconoscere e ancor più accettare, rimanda, anche se in un contesto completamente diverso, alla contrapposizione tra il rispettabile Dr. Henry Jekyll di Stevenson e il suo doppio, il rinnegato Edward Hyde”.
A chi si rivolge Il demone in tasca? Prevalentemente a un target femminile, in quanto narra e affronta il mondo di sentire di una donna e i suoi processi psichici. Tuttavia, come sottolineato dall’autrice, è un romanzo che può ben prestarsi a una lettura maschile per consentire anche gli uomini curiosi di interessarsi a questo personaggio, così complesso, sfaccettato e ricco di spunti di riflessione.
A chi è dedicato? A tutti coloro che hanno un dolore segreto.
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