Vite perfette | Flavio Artusi
La trama
Divertente, avvincente, tascabile. Vite perfette di Flavio Artusi è un romanzo noir, ma con dinamiche da commedia degli equivoci. Il risultato di tale mix porta il lettore ad addentrarsi in una vicenda che sembra partire da una (quasi) storia d’amore per poi incupirsi man mano…
La vita di Eleonora è perfetta: è bella, giovane, intelligente e il suo compagno, Andrea, la ama alla follia e le fa fare una vita all’insegna del lusso. Certo, i guadagni vengono dal traffico di droga e dalla gestione di appositi locali per lo spaccio, ma chi è lei per giudicare? È felice e la perfezione della sua vita la rende soddisfatta.
Giancarlo ha tutto: una bellissima moglie, due splendidi figli, un’attività farmaceutica prospera e una vita benestante. La sua vita sarebbe perfetta, se non fosse che Adele, la compagna, è dispotica e prepotente sia nei suoi confronti che in quelli dell’unico figlio maschio: Fabio, brutalmente oppresso dalle pretese della madre e dal paragone con la precisissima sorella maggiore.
Le vite perfette di Giancarlo ed Eleonora si incrociano quando la ragazza si presenta alla farmacia per un colloquio di lavoro e l’uomo decide di assumerla per un tirocinio. Gli intenti di Eleonora sono tutt’altro che onesti: il suo scopo è quello di utilizzare il laboratorio Galenico della farmacia per distillare droghe e aiutare Andrea nei suoi traffici.
L’esistenza di tutti, tuttavia, viene sconvolta quando Eleonora si trova davanti ad un’amara verità che riguarda il suo Andrea…
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Almeno tre i temi portanti di questo romanzo: l’apparenza, rappresentata da quello che vorremmo essere, ma non siamo, e da tutto ciò che cerchiamo di mostrare agli altri; l’illusione, fortemente legata all’apparenza, manifestata dalla volontà di illudere gli altri e se stessi per adattare la realtà alle nostre esigenze; una vita perfetta, tematica che dà il titolo al testo in esame e che si va ad espletare attraverso la ricerca della “perfezione”, vera e propria costante dell’esistenza umana.
Devi ucciderla» gli ripeto scandendo bene le parole. Lui si alza di scatto, si guarda intorno, come ad assicurarsi che nessuno ci abbia sentito, poi si guarda addosso, come se sentisse già su di sé lo sporco del sangue.
«No, no, no» inizia a balbettare come un cretino «no, no, no, non posso, non potrei…».
Mi alzo anch’io, e lo fisso duramente, devo interrompere quel delirio: «Ti immagini se la cosa si venisse a sapere, l’umiliazione con i vicini, i miei genitori, i miei fratelli…» non mi fermo neanche davanti a Giancarlo che farfuglia parole senza senso, il mio volto si riga di lacrime: «Tu l’hai messa incinta e tu la devi uccidere!».
«Non puoi chiedermi questo, come potrei fare?»
L’autore
Flavio Artusi, 30 anni, dopo gli studi in economia, inizia a lavorare come videomaker e regista. Realizza alcuni cortometraggi, collabora con diverse produzioni cinematografiche e televisive e alla stesura di alcune sceneggiature.
Vite perfette è il suo romanzo d’esordio anche se non mancano le idee e le storie per il futuro, tant’è che l’autore spera di pubblicarle presto. L’amore per la scrittura in Artusi va di pari passo con un altro grande amore, ovvero quello per le storie: “La mia è una passione per le storie, ascoltarle, raccontarle mi è sempre piaciuto, che la forma sia scritta, immagini, il punto è raccontare una storia avvincente, il poter passare qualche ora al di fuori della propria routine – ci rivela – la mia personale passione per la scrittura è stata la naturale conseguenza della mia passione per la lettura. Mi appassionavo alle storie, poi mi sono appassionato agli autori, e poi ho cercato di comprenderne i meccanismi…”
Vite perfette si rivolge a un pubblico molto eterogeneo, anche se la fascia d’età prediletta di lettori pare essere quella che va dai 30 ai 40 anni.
A chi è dedicato? “Alle persone a me più vicine, famigliari e amici che consapevolmente, o inconsapevolmente mi hanno aiutato e supportato nel mio percorso. Il complimento più bello è stato forse quello fatto da mia madre, che non aveva mai letto il libro prima della sua pubblicazione e mi ha detto, leggendolo, che dopo poche pagine si era scordata che fossi io l’autore, era talmente presa dalla trama, dagli eventi da scordarsi che stesse leggendo il romanzo del figlio. Non so se in realtà sia un complimento, tuttavia a me ha fatto piacere, il fatto che non si trovasse me in quelle parole, perché una delle cose che ho cercato di fare è stato mimetizzarmi il più possibile dietro i personaggi”.
QUI potete leggere la nostra intervista all’autore.
Lo stile
In tema di stile, Flavio Artusi non ha dubbi sul fatto che l’attività di lettore abbia ispirato non poco quella di scrittore, come lui stesso sottolinea: “Un autore che ha mi ha molto influenzato è Palahniuk, per il suo modo diretto e la costante critica all’ipocrisia occidentale. Stefano Benni per la sua ironia dissacrante e l’incredibile fantasia, anche per la capacità di sapersi destreggiare in tantissimi generi letterari. Un altro passaggio fondamentale della mia vita di lettore è stato sicuramente Salinger e il suo ‘Giovane Holden’, che ha sicuramente cambiato la mia prospettiva di lettore. Tuttavia, almeno per questo libro, Chuck Palahniuk forse è stata la maggiore ispirazione, il genere potrebbe essere simile. Non è stata una volontà di imitazione, ma per quello che volevo raccontare mi è venuto naturale usare questo stile di racconto, che credo sia vicino a lui”.
Infatti, per lo stile narrativo, l’opera protagonista della nostra presentazione potrebbe ricordare Gang Bang di Chuck Palahniuk, in virtù di diversi elementi, tra cui il fatto che la vicenda venga narrata da più personaggi e, di conseguenza, da differenti punti di vista.
Però non c’è soltanto la letteratura come fonte di ispirazione per il nostro autore. Nella stesura di Vite perfette hanno avuto un ruolo importante anche serie tv e film: “Sicuramente sono stato influenzato da tanto cinema e serie tv, sono un fruitore di film e serie da sempre, soprattutto per quanto riguarda alcune atmosfere, alcune situazioni riconosco io stesso l’influenza di un certo tipo di cinema, un po’ Tarantino, un po’ i fratelli Coen – ci spiega Artusi – poi determinati ambienti, situazioni, alcuni fatti di cronaca che invadono i tg nazionali, le influenze sono state molte.”
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