La Maga Tara | Alfredo Betocchi
La trama
La Maga Tara di Alfredo Betocchi è il secondo libro della trilogia fantasy avviata dal volume L’orologio della torre antica e conclusa con Selina, l’ultima strega. Il romanzo in questione ha una particolarità molto accattivante, ossia una duplice trama: una ambientata nel XIII secolo, l’altra negli anni ottanta del XX secolo.
I due contesti temporali potrebbero apparire slegati, ma non è affatto così, in quanto la struttura pensata dall’autore crea una certa continuità nella lettura. Infatti, le due trame si susseguono a capitoli alternati, in modo che il lettore possa seguire entrambe le storie sino al finale inaspettato.
Dunque una storia nella storia: la prima narra la biografia di Vivilla Davizzi, nata da una famiglia di mercanti fiorentini, la quale, dopo un’infanzia felice, è costretta a fuggire dalla violenza delle lotte tra Guelfi e Ghibellini insieme al suo gatto nero parlante. Percorrerà tutta l’Italia finché la magia e il gatto la salveranno da un triste destino, trasformandola nella maga Tara; la seconda vicenda narrata racconta di un misterioso delitto al Museo Etrusco di Arezzo, dando spazio a un giallo che è, al tempo stesso, storia d’amore e spy story. Americani e Russi lotteranno per un oggetto del potere fino a che la maga Tara…
Il romanzo di Betocchi è avvincente, entusiasmante, vivace, ricco di colpi di scena, la lettura ideale per sentirsi ‘coinvolti’ sino all’ultima pagina. Diversi i temi trattati, tra cui la determinazione delle donne, qui rappresentate dalla protagonista Vivilla che lotta e non si arrende mai, nonostante il destino avverso; il Medioevo, con tutti i suoi punti di forza e le sue contraddizioni; il mistero in chiave rigorosamente gialla, che anima e ‘cattura’ attraverso la narrazione del delitto.
“Vivilla era bella, solare e allegra, aveva il senso della giustizia e un tratto di naturale fierezza.”
Inoltre, è molto presente il tema della magia e, a tal proposito, l’autore ci racconta un aneddoto: “Quando scrivevo il mio libro mi capitò di criticare una scrittrice per un giudizio su un altro autore da lei postato su Facebook e da me non condiviso. La signora in questione si offese per questo e, in coda alla sua piccata risposta, mi ammonì molto seriamente: «…e si ricordi che la magia, della quale lei scrive, è totalmente condannata dalla Chiesa!» Sicuramente la scrittrice mi aveva preso per un “satanista”. Ma non basta inventarsi una storia di streghe per esserlo! Sono una persona con i piedi per terra e mai ho indugiato in queste credenze farlocche”.
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L’autore
Alfredo Betocchi, nato ad Atene, ha vissuto a Milano e infine a Firenze. In gioventù è stato membro dell’Ass. Scautistica Italiana. Ha conseguito il diploma di maestro elementare e ha frequentato la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere all’Università di Pisa. Ha viaggiato molto per l’Europa al fine di approfondire gli studi storici.
È stato insegnante nelle scuole della sua città e ha lavorato all’ufficio matrimoni del Comune di Firenze. Sposato, ha un figlio e una deliziosa nipotina.
Non scrive soltanto romanzi, bensì anche articoli su periodici italiani e stranieri incentrati su svariate tematiche, come quelli dedicati alla storia delle bandiere, ‘materia’ che lo appassiona e che lo ha portato a collaborare, ormai da molti anni, con “Vexilla Italica”, periodico del Centro Italiano Studi Vessillologici.
E ancora, ha pubblicato su bimensili fiorentini divertenti e curiosi articoli su biografie di personaggi, su fatti poco noti, sulle tradizioni popolari italiane e sulla musica. Betocchi è anche autore di favole, poesie e racconti per ragazzi. Amante del genere fantasy, mette nero su bianco questa sua passione nel 2010, anno in cui prende il via la “Trilogia delle Streghe”.
Ha nel cassetto alcuni romanzi pronti per la pubblicazione e uno in uscita ovvero Ramsete XI, che a dispetto del titolo è ambientato nell’Egitto del 2012 durante le Primavere arabe che hanno sconvolto i paesi del Magreb e del Medio Oriente. Narra di una famiglia fiorentina che, durante il viaggio in Egitto, viene travolta dalla rivoluzione…
Per saperne di più leggete QUI la nostra intervista
Lo stile
Lo stile dell’autore de La Maga Tara è molto semplice, privo di paroloni e di frasi complesse, anche in virtù delle sue esperienze di scrittura per ragazzi.
Nel romanzo oggetto della nostra presentazione, il suo creatore rivede la sua giovinezza trascorsa nella campagna e tra i boschi del Casentino, tra i palazzi e i vicoli medioevali di Firenze, la sua città. Infatti, non a caso, la protagonista attraversa luoghi molto cari all’autore: per l’appunto il Casentino, suggeritogli dalla suocera, che gli è stata ‘consulente’ nel corso della stesura, incoraggiandone fantasia e motivazione; Gubbio, in Umbria, città medioevale per eccellenza, nella quale il nostro autore passa l’estate da più di quarant’anni.
Insomma, ne La Maga di Tara c’è più di qualcosa di chi lo ha scritto e, certamente, c’è e ci sarà molto di chi lo ha letto o lo leggerà: “Vorrei dedicarlo a tutti quei giovani, maschi e femmine, che soffrono per le difficoltà della vita, per le numerose cadute e i fallimenti che il destino riserva loro e per la tremenda mancanza di ideali che li circonda. Vorrei che la sua lettura sia di sprone, di esempio e che la ferrea volontà di Vivilla diventata arbitro del proprio destino, mostri loro la strada per ritrovare la fiducia” ci rivela Betocchi.
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