Eccomi ci sono ancora | Gina Scanzani Eccomi ci sono ancora | Gina Scanzani

Eccomi ci sono ancora | Gina Scanzani

La trama

“Eccomi ci sono ancora” di Gina Scanzani è un testo collocabile nel filone scientifico della narrativa. La stessa autrice definisce il suo libro coraggioso, paziente, unico. E ciò è ben visibile anche a chi si appresta a leggerlo: sin da subito traspare la volontà di Gina di raccontare e mettere in evidenza aspetti della propria malattia, la sclerosi tuberosa, non ancora riportati in letteratura scientifica. 

Il libro, oggetto del convegno scientifico «Sfida alla comunicazione scientifica» tenutosi il 1° dicembre 2016 all’Istituto Neuromed di Pozzilli, nasce dunque per informare, ma anche come valvola di sfogo per l’autrice. “Eccomi ci sono ancora” è stato infatti un mezzo utile a distogliere la mente da cattivi pensieri, allo scopo di aiutare la guarigione che passa proprio dalla mente e dall’apertura alla vita. Dedicarsi alla stesura del libro, che ha richiesto un anno e mezzo, è stato terapeutico per chi lo ha scritto e potrebbe esserlo anche per chi lo legge.

Verità, vita vissuta, dolore, rinascita, informazione. Questi gli ingredienti del diario attraverso cui l’autrice racconta un anno intenso e doloroso che l’ha vista lottare e sconfiggere il cancro. Anche questo tumore era come i precedenti, legato alla sclerosi tuberosa, una malattia rara e ancora poco conosciuta, diagnosticatale anni prima.

Supportata nella scrittura dalla madre e dal cugino, Gina ha annotato quel che quotidianamente le accadeva. Dalle annotazioni è nato appunto “Eccomi ci sono ancora” che l’autrice vorrebbe venisse letto da persone che lavorano nel campo e studiano la sclerosi tuberosa, da medici, pazienti affetti da tale malattia, ma anche da malati oncologici, in modo da trasmettere a tutti forza e speranza. E, non per ultimo, per incentivare la conoscenza che, inevitabilmente, è alla base di ogni cosa, l’unico vero motore. 

L’autrice ci ha messo a disposizione un estratto del libro sotto forma di racconto. Vi consigliamo la lettura. [sdm_download id=”286998″ fancy=”0″ color=”green” button_text=”Scarica il racconto”]

Scrivo di notte,

mi affaccio alla finestra,

la luna lassù mi sorride.

Mi guardo intorno,

nel silenzio e mi dico:

ma che bello ricevere

un sorriso da te oh luna!

L’autore

“La passione per la scrittura nasce da bambina, quindi molto tempo prima che iniziassi a scrivere questo libro. La poesia è sempre stata la mia musa ispiratrice, la mia passione assieme ai diari. Quest’ultimi hanno ricoperto un ruolo essenziale come strumento di comunicazione nella vita.” Gina Scanzani presenta così il suo amore per la scrittura.  

L’autrice, nata a Fiano Romano nel ’66 dove tutt’ora risiede, ha iniziato a pubblicare nel 2013. Affetta da sclerosi tuberosa, trova nella scrittura lo strumento ideale per superare i mali dell’animo e, convinta che il primo processo di aiuto possa partire solo da se stessi, ha un sogno nel cassetto: diffondere l’arte come terapia alternativa.

Con diversi libri in cantiere, oggi Gina pone l’accento sull’essenzialità del linguaggio poetico, valido mezzo per esprimere qualcosa quando si ha paura di comunicare ed ‘esporsi’. Il timore può essere superato annotando sul diario le proprie avventure e disavventure, componendo poesie, pubblicando pensieri su un blog. Tutto ciò può rivelarsi un approdo sicuro per innumerevoli buoni propositi, quali sfidare la malattia, invitare la gente al dialogo e al confronto, aiutare la ricerca, vincere la paura per imparare ad accettarsi.

Le opportunità per esternare e mettere nero su bianco tali intenti non mancano, basta soltanto farsi guidare dalla scrittura.

QUI il blog dell’autrice.

 

Lo stile

“Eccomi ci sono ancora” è un’opera interamente autobiografica in cui l’autrice racconta come ha vissuto e affrontato il terzo tumore, mentre vedeva la vita fuggire e pensava di non rivedere più il sole. Pertanto, lo stile è intimistico-psicologico, tipico della formula diaristica. A Gina non dispiacerebbe affatto somigliare  ad Alda Merini, visto che ama scrivere poesie, ma per adesso le basta essere se stessa.

Un io narrante racconta il dolore e la rinascita, i cambiamenti imposti dalla vita e dal passato che non tramonta mai. Il testo, così come lo stile, è stato influenzato da varie circostanze e coincidenze che in una torrida estate si sono presentate: corse in ospedale, interminabili attese, ricoveri, passeggiate in montagna con la madre.

Indubbiamente, nel modo di scrivere di Gina Scanzani giocano un ruolo importante le sue letture del cuore, tra cui spiccano racconti e fiabe per adulti, poesie, Il Piccolo Principe, del quale apprezza in particolare la metafora con cui l’autore affronta la vita; L’altra verità, con il quale Alda Merini racconta la verità del suo internato e di come lo ha affrontato mediante le poesie e le lettere;  Donne che amano troppo, saggio di psicologia, branca scientifica che l’autrice ama molto, ma anche libro d’amore che le è stato di aiuto. Proprio come le è stato di aiuto tenere un diario e pubblicarlo, cogliendo e fermando l’attimo, nonché la vera essenza della propria esistenza. 

Autore: Redazione

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