Sovietistan. Un viaggio in Asia centrale | Erika Fatland
Sovietistan. Un viaggio in Asia centrale è l’accurato reportage del viaggio di Erika Fatland verso i territori dell’Asia centrale appartenuti fino al 1991 all’Unione Sovietica. Dal Turkmenistan al Kazakistan, dal Tagikistan all’Uzbekistan, passando per il Kirghizistan, la scrittrice e giornalista norvegese racconta un viaggio attraverso territori aridi, itinerari da sogno e popoli sconosciuti alle prese con un divenire ancora tutto da scrivere.
In principio, fu l’impero russo che governò la Russia zarista fino al crollo dell’ultimo imperatore Nicola II e alla rivoluzione del 1917. Successivamente nacque l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), stato federale sorto dalle ceneri della rivoluzione e che raggruppava 15 repubbliche socialiste con a capo la Russia. Un «esperimento sociale» complicato, con oltre cento etnie dal Baltico al Pacifico, e che fallì. Con l’ascesa di Michail Gorbačëv, negli ultimi giorni del 1991 l’Unione Sovietica si dissolse definitivamente e gli stati appartenenti fino a quel momento al blocco sovietico si risvegliarono indipendenti. Tutti dettero il via al processo di creazione della propria identità e delle proprie tradizioni. Un processo influenzato da settant’anni di dominio sovietico e ancora in itinere.
È impossibile capire i cinque nuovi paesi dell’Asia centrale senza tener conto dell’influenza che hanno subito durante il periodo in cui erano repubbliche sovietiche.
Erika Fatland ci conduce in un viaggio attraverso i Soviet dell’Asia centrale, nei territori dai nomi esotici, nella regione meno conosciuta di quella che fu l’URSS, vale a dire Turkmenistan, Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan. Territori ampissimi – il Kazakistan ad esempio è il nono paese più grande del mondo – ma diversi tra di loro. L’area era nota nel XIX secolo come Turkestan, ma «nonostante il suffisso comune, i cinque Stan quasi non potrebbero essere più diversi gli uni dagli altri».
Per esempio, il Turkmenistan è per l’80 per cento desertico, mentre il Tagikistan è quasi interamente (una percentuale intorno al 90 per cento) costituito da montagne. Lo stesso Turkmenistan, così come il Kazakistan, può vantare ricchezze petrolifere e di gas ingenti, mentre ampie fasce di popolazione del Tagikistan vivono nella povertà più estrema. L’Uzbekistan ha vissuto sotto la dittatura di Islom Karimov per venticinque anni, mentre il Kirghizistan, una polveriera, si è sempre distinto per l’animo rivoluzionario.
Sovietistan. Un viaggio in Asia centrale non è soltanto un reportage di viaggio ma anche un saggio di geopolitica che ci porta alla scoperta della storia, talvolta antichissima, di questi paesi che un tempo segnavano la Via della seta e che oggi vivono in bilico tra due superpotenze mondiali, quali Russia e Cina, e tra picchi di ricchezze e progresso e abissi di povertà e tradizione. Erika Fatland traccia e riempie i contorni della regione del Turkestan e fonda questo accurato lavoro sulla sua voglia d’avventura, la curiosità, l’abnegazione dinanzi alle difficoltà e lo spirito di adattamento.
Dalle notti nel deserto cullata dai bramiti dei cammelli, ai villaggi abbandonati in mezzo ai giacimenti di petrolio e gas, ai piatti di riso pilaf, alle navi arrugginite sul fondo di quello che fu il lago d’Aral, alle distese desolate tra un insediamento e l’altro, la scrittrice e giornalista norvegese prende spunto per una scrittura dinamica, senza punti morti, che racconta pezzi di storia di popoli sconosciuti ai più, e che quindi fornisce al lettore un valido supporto cui confrontarsi e al quale rivolgersi. Il taglio giornalistico della Fatland, inoltre, si sposa ottimamente con le storie di vita vera di cui trabocca il libro e permette di tracciare i possibili scenari futuri delle cinque repubbliche post-sovietiche.