La Strana Biblioteca | Murakami Haruki
Per trasmettere qualcosa un libro non deve essere necessariamente lungo o complesso: a volte bastano pochissime pagine o un semplice racconto per poter lanciare un piccolo grande messaggio. La Strana Biblioteca di Murakami Haruki più che un romanzo potrebbe sembrare uno di quei racconti che si citano durante le notti in campeggio, allo scopo di spaventare i nostri amici, magari con una luce sparata sotto il mento come nei più classici film horror.
Come ormai ci ha abituato, lo scrittore in questione non sbaglia un colpo e, in questo suo breve ma interessantissimo racconto, è riuscito a raccogliere tramite un discreto numero di figure retoriche e parafrasi, un mondo che interessa chi, come noi, ama leggere. Perché tale racconto riguarda proprio il mondo dei libri e i suoi lettori.
Il protagonista della storia non ha nome, è semplicemente un ragazzo che, tornando a casa dopo una tipica giornata da studente, passa dalla biblioteca pubblica per restituire dei libri che aveva preso in prestito. Egli si accorge subito che qualcosa non torna, a partire dalla bibliotecaria, rappresentata come una sorta di statua vivente dalle fattezze a tratti inquietanti, che senza rivolgergli la parola prende i libri e li ripone nello scaffale.
Come un qualunque appassionato di lettura e per una sua ricerca personale, il protagonista della storia chiede di poter prendere in prestito altri libri. La bibliotecaria, con modi abbastanza bruschi, lo spedisce in un angolo semi nascosto della biblioteca dove viene accolto da un vecchio, dal volto pieno di nei e stempiato con solo dei ciuffi bianchi, che lo trascina in un labirinto dove incontrerà un essere che lui chiamerà Uomo Pecora, a causa delle sue sembianze.
Da lì in poi, il ragazzo entrerà in vero e proprio incubo, perché verrà trascinato in una cella dove sarà costretto a leggere e imparare a memoria dei libri, pena la sua morte. In suo soccorso arriverà una fanciulla vestita di bianco, luminosa e quasi trasparente, che gli darà una mano a fuggire dall’imminente pericolo.
Descrivere La Strana Biblioteca di Murakami senza il rischio di fare qualche spoiler è un’impresa abbastanza ardua. Un testo del genere, però, merita assolutamente un approfondimento perché, nonostante la sua apparente semplicità, permette all’autore di dire quel qualcosa che intende trasmettere. Per comprendere il suo messaggio bisogna predisporre un attimo la nostra mente ed essere molto recettivi.
La prima cosa che deve fare il lettore è dimenticarsi, sin dalla prima pagina, che questo sia un romanzo o un racconto; è più sensato dire che questa è una vera e propria favola. Qui, più che parlare di trama o di personaggi, sarebbe più giusto parlare di un viaggio psicologico che un estraneo può fare dentro la mente di un lettore. Uno studente, un ragazzo, che si reca nella biblioteca e a cui piace moltissimo leggere: questa non è l’esatta descrizione di qualunque persona che ama la lettura? Certo che sì! Ed è da questo concetto di base che bisogna partire, per poter comprendere fino in fondo ciò che Murakami vuole dirci.
L’autore, semplicemente, con un racconto fantastico tenta di mettere nero su bianco ciò che succede a tutti i lettori dal momento in cui aprono un libro e iniziano una nuova avventura. Cosa succede allora nella mente di un lettore mentre legge? Questa considerazione cambia da lettore a lettore. Nel caso del protagonista di questa opera, la voglia di leggere e di “isolarsi” ha un riscontro drammatico che però spetta al lettore capire.
La cosa certa è che questo meccanismo, nonché la voglia con cui il protagonista cerca e legge libri, addirittura in un momento di pericolo, rinchiuso dentro una cella, chi più e chi meno, interessa ogni appassionato di libri.
A rendere tutto lo scritto molto più affascinante, ci pensano le illustrazioni fatte da Lorenzo Ceccotti, che spezzeranno il ritmo del racconto di Murakami e faranno materializzare, davanti agli occhi del lettore, l’incubo del nostro ragazzo/studente misterioso.
Quando si arriverà al colpo di scena finale, sarà difficile non rimanere a bocca aperta e capire come l’autore sia riuscito a raccontare il mondo dei lettori e della letteratura, in maniera così netta, seppur girandoci un po’ intorno. Sta al lettore, poi, capire come, quando e fino a che punto possa identificarsi con il ragazzo protagonista di tutta la storia.
In fin dei conti, è anche questo il bello dei libri e Murakami, con La Strana Biblioteca, da tale punto di vista, ha veramente fatto centro.