Tu e nessun’altra | Claudia Zanella
“Tu e nessun’altra” è la storia di un affetto forte che annoda nel tempo la vita di due donne e che sfida lontananza fisica e distanze interiori.
Nel romanzo d’esordio dell’attrice Claudia Zanella, edito da Rizzoli, il legame fra le cugine Irene e Viola prende vita con intensità fin dalle prime pagine.
Irene è costretta a riviverlo e setacciarlo, alle prese con il dramma della morte improvvisa di Viola e il dilemma dell’affidamento della piccola Mia, figlia della cugina.
I tratti delle due protagoniste sono ben delineati.
Irene, da sempre pacata e sognatrice, è scesa a patti con i suoi sogni: la passione per i libri e la scrittura non ha preso forma nel ‘suo’ romanzo ma in una piccola libreria, avviata nel centro di Firenze; il matrimonio e il figlio a lungo desiderati con Luca non hanno trovato spazio in un rapporto reso esile dai progetti mancati.
Viola, irriverente e impetuosa, ha sempre vissuto sopra le righe: la passione per la recitazione l’ha portata a diventare un’attrice acclamata; l’amore per Sergio, prodigo di promesse ma tenacemente sposato, l’ha consegnata a una vita di attesa e solitudine.
Dopo aver condiviso infanzia e adolescenza, la presenza amorevole di Irene ha protetto Viola nei momenti decisivi di un’esistenza. Al primo provino importante, durante il parto di Mia, Irene era lì, accanto.
Quel filo fra loro non si è mai spezzato, nonostante Viola abbia scelto di rincorrere i propri sogni a Roma e Irene di rimanere a Firenze.
Quando Viola, dopo una cena insieme, viene trovata annegata nella vasca da bagno piena di fiori, davanti a Irene si spalancano voragini di sofferenza: il dolore cieco dell’assenza si intreccia al tormento di tanti interrogativi.
È stata Viola a cercare la morte?
Quali strade sotterranee di dolore ha percorso davvero la cugina negli ultimi anni? E, sopra ogni altro, il dilemma che riguarda Mia: riuscirà Irene ad accoglierla con sé, ribaltando la propria vita e allontanandosi dai binari tracciati da tempo?
La lettura di “Tu e nessun’altra” è piacevole e il libro scorre via veloce, stimolando la curiosità del lettore nel ricostruire le ombre dell’esistenza di Viola, in bilico fra speranza e dolore.
Irene è il personaggio narrante.
Raccontando di Viola, scende dentro di sé e dà voce ai suoi pensieri intimi, che l’autrice pone in risalto attraverso il corsivo.
Sullo sfondo, Roma e Firenze, dipinte negli scorci del centro e nelle loro suggestioni con il tocco efficace di chi le ha probabilmente vissute.
Lo stile appare ancora un po’ acerbo e ogni tanto il flusso della narrazione pare incepparsi. L’indugiare su descrizioni di particolari ed elencazioni di oggetti rallenta il ritmo narrativo di un romanzo nel complesso gradevole, che sa affacciarsi sull’animo delle protagoniste con ironia e delicatezza.