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Nessuno a casa | Marco Aldrighi

La trama

Nessuno a casa” è una raccolta poetica la cui creazione si snoda nell’arco temporale di due anni e che sente molto l’influenza di una grande passione dell’autore, la fotografia, e soprattutto dell’interesse verso il meccanismo del ‘completarsi’ che spesso si instaura tra testo e immagine.

La casa, elemento presente già nel titolo, è ricorrente nell’intera opera, rappresentando un luogo da cui fuggire e al quale tornare, un punto di partenza e al tempo stesso una meta che, per ironia, l’autore faticherebbe a trovare vuota, dal momento che vive con una famiglia numerosa.

L’assurdo, la morte e la metamorfosi si rivelano temi essenziali delle poesie, fattori riconducibili alle letture che hanno segnato il percorso di Aldrighi, nonché agli studi realizzati sulle teorie dell’Assurdo di Albert Camus.

L’autore innesca l’input per un bel viaggio, scandito da componimenti e istantanee, e all’insegna del superamento di alcuni limiti, mediante ritrovate consapevolezze: dalla riflessione sulla nascita e sulle certezze della vita, si passa a concentrarsi sul venir meno delle stesse, sino all’accettazione finale dell’esistenza, con tutte le sue sfaccettature e incertezze, e il conseguente ritorno a casa.

“Cosa ci succede quando ci rendiamo conto di non avere il controllo su nulla di quello che ci circonda?” è questa domanda a tenere le redini di un racconto di formazione in cento piccole poesie che descrivono ciò che amiamo e quel che perdiamo.

“Ritorno a casa.
L’accappatoio secco
niente testa, niente braccia
solo una gruccia
e pelle di serpente in tasca.”

L’autore

Marco Aldrighi, emiliano, classe ’93, dopo il diploma in Scienze Sociali sceglie di approfondire i suoi interessi per la narrativa a fumetti e la grafica pubblicitaria presso la Scuola Comics di Reggio Emilia.

Studia fotografia ed entra a far parte del circolo di artisti che espongono nel Festival di Fotografia Europea: una bella opportunità per farsi conoscere e mettere in mostra passione e talento. Gli stessi che ripropone nella prima raccolta di poesie “Nessuno a casa” e nei progetti letterari in corso, ovvero un tris di sceneggiature teatrali intitolato “Gente d’ottobre” e una nuova opera poetica.

Occasioni che gli consentono di portare avanti con entusiasmo l’amore per la scrittura che matura da piccolino, con i romanzi di Stephen King e i racconti di Lovecraft, spesso cercando di imitarli e divertendosi molto grazie a questo gioco ricco di immaginazione e fantasia.

Lo stile

Il mare, fonte inesauribile di idee e spunti di riflessione, il radicalismo religioso delle zone in cui si cresce e il desiderio di comprenderne origini e radici, la quotidianità delle cose semplici, spesso scandita dal ritmo contadino.

Lo stile che scorre nelle vene di “Nessuno a casa” trae forza e definizione da questi elementi, strizzando l’occhio a modelli di scrittura illustri, quali Joe R. Lansdale, per l’essenzialità, Charles Simic, per l’ironia, Albert Camus, per i temi trattati. E ancora il cinema e la fotografia spingono e denotano lo scrivere di Marco Aldrighi che, in tal modo, testimonia come le passioni del quotidiano, proprio come tutto quello che ci circonda, possano caratterizzare il viaggio della penna e delle emozioni su carta.

Una raccolta che si rivolge a un pubblico eterogeneo, richiedendo pazienza, costanza, ricerca, prerogative che senza dubbio dovrebbero guidare ogni lettura, ma ancor più questa così legata all’interiorità e alla riflessione personale. Un dono per chi è in grado, nonostante i tempi incerti e precari, di porre le domande giuste e ‘scavare’ nella propria esistenza.

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Autore: redazione

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