La verità della suora storta | Andrea Vitali
È minuta e talmente curva su se stessa, che tutti la chiamano la suora storta e, nonostante ciò, è sempre affaccendata e intenta a far qualcosa.
Ma quale è la verità della suora storta? Quale segreto può mai nascondere una suora? Per scoprirlo non resta che leggere il romanzo di Andrea Vitali, edito da Garzanti.
È la primavera del 1970 a Bellano, dove il lago effonde già quell’inconfondibile profumo d’estate che tutti i bellanesi conoscono bene.
Santo Sisto, un giovane orfano che per vivere ha comprato uno sgangherato Millenove con cui si è inventato tassista, è nel parcheggio della stazione e sta ascoltando le partite della domenica pomeriggio, quando una signora appena scesa dal treno e dall’aria trascurata e misteriosa, sale sul suo taxi e chiede di essere accompagnata al cimitero.
Niente di nuovo, visto che in molti, nei giorni di festa fanno visita ai loro defunti, anche se quella donna dal volto stanco, il Sisto non la conosce affatto.
Il tragitto è breve, ma, quando il Sisto scende dalla macchina per aprire lo sportello alla donna, si accorge che la strana signora ha gli occhi chiusi e non sarà più in grado di aprirli, visto che giace morta sul sedile posteriore. Che abbia avuto una macabra premonizione chiedendo di essere accompagnata al cimitero?
Non passa molto tempo prima che il Maresciallo Riversi, avvisato dell’accaduto, giunga sul posto; la donna non aveva nulla con sé e sembra avesse smarrito la borsetta sul treno che, da chissà dove, l’aveva condotta in paese. Inizia così un’indagine insolita e imprevedibile per scoprire l’identità dell’anziana signora.
Un’indagine contro il tempo e contro la natura, visto che il caldo fuori stagione sembra richiedere un’accelerazione per le pratiche di sepoltura, ma anche un’indagine sul colorato mosaico di personaggi che gravitano attorno alla vicenda, a cui Andrea Vitali ci ha abituato, raccontando nelle proprie storie la provincia italiana del secolo scorso.
L’autore si addentra così, con la delicatezza e l’ironia che lo contraddistinguono, in una realtà che sembra quasi fuori dal tempo, presentandoci, uno dopo l’altro, i protagonisti di ciò che accade, attraverso la tipica scansione alternata e veloce di capitoli brevi, tra passato e presente, mentre tutti entrano in contatto con la morta misteriosa.
Innanzitutto il Sisto, che da ragazzino ha fatto il meccanico nell’officina del burbero Scatòn, con un vero talento nell’aggiustare motori di ogni tipo, ma che, una volta che il suo capo è venuto a mancare, ha perso il punto di riferimento ed è finito a fare il tassista, cercando di dimenticare la piccola menomazione alla mano che si porta dietro dalla nascita e lo spinge a isolarsi dagli altri.
È proprio mentre il Scatòn è ricoverato in ospedale che il Sisto ha conosciuto la famosa suora storta, prima di perderla di vista per molti anni.
E poi ci sono il Manina e il Saila, gli amici di sempre che si mettono continuativamente nei guai con la legge.
Il guardiano del cimitero e padrone delle pompe funebri che hanno fretta di seppellire la morta senza nome, prima che inizi a fare i vermi.
E lo scrupoloso Maresciallo Riversi che, in questa indagine partita in sordina, che sembra farsi sempre più complessa, a causa del coinvolgimento della potente famiglia Agliati, si confida più con sua moglie che col suo secondo.
Ancora una volta il prolifico Andrea Vitale ci prende per mano guidandoci nel suo mondo fatto di acqua di lago e di storie di una provincia ormai dimenticata, tanto è lontana nel tempo, non smettendo mai di stupirci col suo stile inconfondibile, evocativo, ma vivace e con quel pizzico di mistero su cui, pian piano, si finisce per far luce, quasi senza accorgersene.