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Il cerchio degli amori sospesi

Il cerchio degli amori sospesiDonne virago, al passo con la società attuale, ma allo stesso tempo traboccanti di incertezze. È Il cerchio degli amori sospesi il romanzo a più voci di Alessandra Appiano, uscito nel 2010 con Garzanti.

Vincitrice del Premio Bancarella nel 2003 con Amiche di salvataggio, al suo attivo conta altri titoli non meno riconosciuti: La vita è mia e me la rovino io (1992); Sola? (1993); Più malsani più brutti (1995), Domani ti perdono (2003)Scegli meLe vie delle signore sono infinite (2006)Le belle e le bestie (2007).
Alessandra Appiano inoltre collabora con varie testate giornalistiche, recensisce libri  su Donna Moderna e Nuovo, ha un proprio blog su Ilfattoquotidiano.it, in cui si occupa prevalentemente di tematiche sociali.  È stata autrice televisiva de Il trucco c’è, Passaparola e Vivere bene ed è spesso invitata nei talk show.
L’11 Maggio 2017 è uscito per Cairo il suo ottavo romanzo Ti meriti un amore.

Anche le figlie sbagliano nel loro giudizio sulle madri

Acqua alta, umore nero. Sofia guarda il panorama veneziano dalla finestra del proprio appartamento: acqua e sapone, abiti maschili, una corporatura non proprio slanciata, con all’attivo Diario Straordinario, in cima alle classifiche dei libri più venduti.
Negozia telefonicamente un invito in tv a Io contro tutti, il talk in cui dovrà dire apertamente di odiare la madre, Chiara, ben riconoscibile in Clara Benares, protagonista di “Diario Straordinario”.

Benedetta, due figli, un marito insegnante, gestisce un bed&breakfast a Casa Azzurra, l’ultimo fasto del patrimonio della propria famiglia torinese.
Emma studia a Londra, si divide tra lezioni e feste notturne per le quali sperpera fiumi di soldi.

Tre donne, tre capolavori

L’artefice di questi tre capolavori è l’ex attrice cinquantasettenne Chiara, un tempo bellissima, ora sfiorita, malata e accudita dal tuttofare filippino Paco. Nella solitudine dell’appartamentino milanese in cui vive con il cane Randi, ha letto Diario Straordinario.
Lacerata dalla malattia e dal dolore delle pesanti accuse che ritrova nel libro, decide di lasciare una lunga confessione per quando non ci sarà più.  

E Chiara si racconta alle proprie figlie, quasi a chiedere perdono e spiegare le proprie mancanze.

Figlia di contadini di cui si vergogna, Chiara abbandona Cernusco sul Naviglio per seguire Alessio, il figlio di un imprenditore teatrale. Da sapiente civettuola, riesce a farsi ricevere nell’ufficio del padre di Alessio e a conquistarne le attenzioni; per sdebitarsi delle bollenti premure verso la giovane amante, l’imprenditore le concede delle piccole parti in alcuni spettacoli teatrali.
Sarà poi la volta del nobile torinese Edoardo Amendola, facoltoso proprietario di Casa Azzurra, succube della madre Milly, matrona dell’alta società.
Dall’unione con il nobile, nasce Benedetta, in un anno, il 1965 che le cui cifre danno somma 21 che nei tarocchi, di cui Chiara è vestale, significa mondo, realizzazione totale.

Per sei lunghi, subisce le sferzate della suocera, che non manca mai di ricordarle la sua estraneità a quell’agiatezza. Il livore, il tedio, la rabbia, la allontano dal ruolo di moglie e madre devota, tanto da sentirsi rasserenata unicamente dalle feste, i begli abiti, i fiumi di champagne e i sussurri viziosi, unica compagnia durante le assenze del marito. La vorace richiesta di attenzioni e l’odio per qual mondo così ostile, non fanno altro che avvicinarla a Giulio Agresti, padre dell’editore di Sofia…

Lì è iniziata la vera crisi nel nostro matrimonio, in quei tre mesi si è aperta una voragine. E dentro ci siamo caduti tutti, colpevoli e innocenti.

L’ultimo sprazzo di giovinezza di Chiara è Emma, il leprotto di casa. La terzogenita rapisce ogni sua attenzione, consentendole di ignorare i continui tradimenti del marito.
Quando Emma cresce, quasi a prolungare la propria giovinezza, Chiara adora accompagnarla ai casting degli spot televisivi, ennesima pugnalata per Milly Scalzi Toesca, secondo la quale la partecipazione ai casting non è altro che un passatempo per plebei
Nel 1992 la cui  somma è 21, il numero magico dei tarocchi, muore d’infarto Edoardo Amendola, mentre in una lussuosa camera d’albergo di Portofino si sollazzava con la sua ultima fiamma.
Il patrimonio, “emotivamente” gestito da Chiara, viene dilapidato in soli quattro anni, specialmente per la sfortunata casa editrice Venti dello Spirito e per un infausto spettacolo teatrale.

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Ad otto anni dal successo di Diario Straordinario e sette dalla morte della madre, Sofia non riesce ancora a smettere di colpevolizzarsi per essere stata così ingiusta, crudele, sadica. Solo l’invito per Natale a Casa Azzurra sembrava finalmente regalarle il conforto di cui aveva bisogno ed il calore di una famiglia finalmente riunita.

La depressione tranquillizza tutti, è un malessere contemporaneo, socialmente accettato

Se è vero che l’opera d’arte è spia semantica dell’epoca a cui appartiene, Il cerchio degli amori sospesi è testimonianza dei mali del nostro tempo.

Il 2010 infatti, anno cruciale della crisi economica, lascia intravedere l’affanno delle difficoltà finanziarie ed è precisamente rappresentato nel romanzo.

Chiara spende soldi che non ha e dilapida il patrimonio di famiglia in poco tempo, Benedetta non riesce a coprire le spese del  bed&breakfast e per questo motivo è costretta ad accettare un aiuto economico da parte di Sofia. Inoltre, Benedetta è totalmente rapita dal lavoro e dai figli.

In un passaggio di notevole interesse riflette la condizione attuale della maggior parte delle donne, incessantemente occupate, gravate dal lavoro, la cura per il figli e la casa. 

Altra piaga sottilmente evidenziata è la depressione, che, stando agli ultimi rapporti, ad oggi colpisce circa quattro milioni di Italiani.

Principale fonte di malessere per Chiara è il problematico rapporto con la figlia Sofia, la quale sottrae la scena alle sorelle: fin da piccola è stata una tiranna e sembrava già aver compreso ancestralmente la sua vera identità.
Catalizza dunque tutte le energie di Chiara, la terrifica impostora de Diario Straordinario, che avrà redenzione solo dopo aver lasciato una lunga e dolorosa confessione, nonché testamento spirituale.  

La problematicità del rapporto madre-figlia e madre-figlie, perché Chiara si sente in debito con Benedetta, la più buona, e con Emma, la più dolce, è schiacciante dimostrazione della crisi del ruolo genitoriale.

Il tempo e la verità (seppur dolorosa) leniscono le ferite.

Un inarrestabile e straziante monologo consola anticipatamente Sofia “dall’espulsione dal frullatore” in cui all’inizio del romanzo è immersa: nel momento in cui il pubblico smetterà di acclamarla, lei potrà ricominciare a ritrovare se stessa.

Il successo mordi e fuggi che i giovani di oggi cercano, pensando che si possa raggiungere senza impegni e sacrifici, Chiara l’ha assaporato, ottenendo piccole parti in spettacoli teatrali, grazie alla conoscenza intima con il padre di Alessio, rinnegando i propri genitori. 

Il romanzo a quattro voci, composto dai monologhi di Chiara e delle tre figlie, spezza apparentemente il susseguirsi degli eventi, ma enuclea esplicitamente il rapporto che Chiara ha, seppur problematico, con ognuna delle figlie.
La presenza dello Spirito guida, dei Tarocchi, dello yoga fai-da-te, della Casa Editrice fallita è una sfumatura nella singolare personalità di Chiara.

Dopo un emozionante travaglio Sofia ritrova il rifugio sicuro, la mail di Benedetta (mezzo di comunicazione quanto mai attuale), preludio della famiglia riunita e non più il cerchio degli amori sospesi.

Autore: Marianna Alvaro

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