Intrigo italiano | Carlo Lucarelli
Un ritorno così intricato era difficile da immaginare. A ventisette anni dal suo esordio in “Carta bianca”, il commissario De Luca riconquista la scena e il cuore dei suoi lettori con “Intrigo italiano”, il nuovo romanzo nato dalla penna di Carlo Lucarelli, una storia a metà tra giallo e spionaggio, edita da Einaudi.
La vicenda si svolge a cavallo tra il 1953 e il 1954, tra le feste di Natale ed Epifania di una Bologna ricoperta da una soffice coltre di neve, una Bologna da romanzo con i navigli ancora aperti alle lavandaie, una Bologna cullata dalla musica jazz dei locali, dimentica dei cupi anni del dopoguerra e proiettata verso quel boom economico che vivrà il suo acme da lì a un decennio.
Richiamato nella sua Bologna, in quella città misteriosa con i portici che nascondono tutto, il commissario De Luca riceverà l’incarico di scoprire chi ha ucciso Stefania Cresca, una bella donna trovata morta annegata in un trappolone, la casa da scapolo del defunto marito. Presente nella descrizione della durezza della scena del crimine, il persuasivo distacco tipico di Carlo Lucarelli, tutto il suo modo di narrare i fatti già apprezzato anche in tv con le trasmissioni di approfondimento “Mistero in blu”, “Blu notte” e “Lucarelli racconta”.
Il maestro del noir italiano espone il contesto storico nel quale vive quell’Italia, tra l’esponenziale crescita economica, quella voglia di serenità e spensieratezza promossa dai rotocalchi e dai messaggi pubblicitari del periodo, ma anche quell’Italia che scopre i primi delitti misteriosi – il maresciallo Pugliese, altro ritorno nei romanzi di Lucarelli, ad esempio sarà impegnato nella “grana” del caso Montesi, assassinio rimasto tuttora irrisolto e che fece scalpore all’epoca.
Suggestive le descrizioni della città innevata sotto Natale con lo scrittore emiliano che concede al suo alter ego letterario un’infatuazione amorosa per Claudia, una giovane ragazza, cantante, ex mondina partigiana, chiamata a mo’ di scherno “Faccetta Nera” per via della sue origini abissine, amica del marito della donna assassinata. Un amore che metterà nei guai il commissario, reduce dal recente passato fascista.
Indagando sulla morte del professor Cresca, morte archiviata frettolosamente (o chissà perché) come un incidente, De Luca riuscirà a scoperchiare un forziere di segreti fatto di Servizi Segreti e personaggi ambigui che appaiono e lasciano la scena uno dopo l’altro sotto gli occhi sbigottiti del poliziotto. Anche il suo indiziato numero uno verrà fatto fuori da qualcuno di ignoto.
È così che l’intrigo, tra depistaggi e continue morti, diventa presto un enigma che solo il fiuto del vecchio cane da caccia De Luca riuscirà a decifrare, nonostante, in due circostanze, quella oscura mano che sembra tenere tra le dita le sorti di tutti i protagonisti rischi di sfiorarlo in maniera fatale.
Il commissario De Luca riuscirà a salvare la pelle arrivando a capo del groviglio e confermandosi un vero poliziotto, anche se quanto ottenuto lo segnerà per sempre.
Anche questa volta Carlo Lucarelli non ci ha delusi con un thriller che ci mostra come eravamo e ci accompagna in un viaggio alla riscoperta delle nostre origini.