Sensibilità | Roberto di Molfetta
Il cambiamento alle volte della sensibilità
“Sensibilità”: un titolo incisivo per il saggio di Roberto Di Molfetta che ha scelto di dare ascolto ad un’illuminazione piombata di soprassalto, nel cuore della notte.
Un tema spesso sottovalutato o, nel peggiore dei casi, demonizzato: dietro un sentimento, indiscusso protagonista del libro, si nasconde il pregiudizio amaro che lo etichetta come debolezza piuttosto che come pregio. È a tal proposito che nella fase di scrittura ha assunto un ruolo centrale la psicologia freudiana: l’uomo è costantemente minacciato dalla paura dell’errore e, per quanto difficile sia accettarlo, dietro di esso si nasconde un processo interiore muto e complesso che varia a seconda dell’individuo.
E il cambiamento, a volte, s’innesca da quel punto.
La sensibilità è proprio quel filtro speciale, quel talento naturale che amplifica gli eventi: altera la percezione delle paure, distorce la densità dei sogni, lasciando molto spesso prevalere l’insofferenza.
Certamente l’individuo sensibile non vive all’insegna della leggerezza: è incline al dubbio e alla domanda, oltre che al totale coinvolgimento emotivo. Ed è proprio da questo che deriva la vera vittoria: lo scacco all’aridità trascinante dell’uomo moderno.
La vera rivoluzione è continuare a guardarsi dentro mentre tutti inneggiano all’esteriorità. La voce sensibile è una preziosa chiave di violino: raccoglie le venature dei fotogrammi più dolorosi, riordina il vissuto personale secondo le disposizioni dell’intelligenza sintetica. Perché non si può (o deve) rinunciare a essere se stessi, librarsi come una piuma nel vento piuttosto che cedere al sottostare a un rigido e falsario schematismo, imposto dagli assurdi canoni sociali.
Un saggio curativo, che onora la sensibilità puntando al cuore più vero di tutti.
L’autore
Roberto Di Molfetta, classe 1974, nasce a Salerno da genitori laziali. Nel corso della sua vita ha vissuto in differenti città ma l’esperienza che ha assunto maggiore peso è quella corrispondente al periodo ventennale di formazione a Roma. Qui si laurea in Scienze della Comunicazione presso La Sapienza, primo importante tassello che lo porterà ad occuparsi per anni di web marketing oltre che di creazione e cura di siti web.
Il tratto sensibile gli appartiene sin dalla nascita: è proprio per aver preservato questa preziosa attitudine che oggi si definisce un poeta moderno, un eterno Peter Pan affascinato dalla conoscenza, dall’arte, dalla natura e dall’empatia con il mondo animale, senza trascurare l’attrazione per il fascino femminile.
Dopo il suo saggio sulle anime sensibili, il nuovo progetto in cantiere riguarda un approfondimento richiesto da una delle maggiori personalità italiane nel campo della sociologia, Franco Ferrarotti, al quale è legato oltre che da profonda stima anche da amicizia. Colpito da un suo precedente lavoro intitolato “Propaganda”, il Professore emerito ha direttamente richiesto un approfondimento sulla questione, certamente molto attuale e in continuo fermento.
Per maggiori informazioni, visitate la pagina dell’autore.
Lo stile
Il saggio di Roberto Di Molfetta va ad inserirsi in quello scaffale della libreria a metà tra la psicologia e la spiritualità.
Parlare di sensibilità non è certo scontato: significa cedere la penna all’emozione, ammettere di essere portatori sani di un pregio che la società spesso condanna.
È questo il primo allarmante segnale: si tollera sempre meno il sentimento disinibito, non si è pronti a condividere la propria interiorità con gli altri perché nella maggior parte dei casi è motivo di derisione o giudizio. Ed ecco il primo contrasto interno alla sfera della sensibilità: è allo stesso tempo dono e prigione, lega intimamente con la stessa facilità con cui viene respinta. L’autore la eredita dalla madre, una donna la cui vita ha serbato fin troppo dolore e dispiacere.
È dalla persona più importante della sua vita che deriva quel surplus di empatia: “Io sono lei, lei è dentro di me”. Sulla scia della spontaneità il saggio palesa intenzionalmente la natura non ragionata dello stile di scrittura: l’intuizione e l’empatia prevalgono su ogni logica razionale, poiché è nel mare dell’emotività che si sta naufragando. Le parole sono intense, sgorgano tutte in sole quattro ore, celano schegge di un vissuto non facile: una testimonianza che incoraggia ad uscire allo scoperto, a non rinunciare a questa incredibile marcia in più solo per l’aberrante maschera dell’ignoranza sociale.
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