Non esistono ragazzi cattivi
I ragazzi difficili sono difficili per un buon motivo. L’importante è andare al di là delle apparenze. È l’esempio di don Claudio Burgio.
Gli avevano detto di stare alla larga da quel sedicenne scontroso. Invece, non fece passare molto tempo prima di chiedergli Come ti chiami? Cazzi miei, rispose. Da quel giorno lo ha chiamato così: Cazzi miei, vuoi una Coca cola? Cazzi miei, vieni a giocare a pallone! È stato quest’atteggiamento a far sciogliere anche un bullo arrogante come lui. Ed è stato il calcio ad avvicinarli. Passaggio dopo passaggio, rete dopo rete, è nato un rapporto basato sul rispetto reciproco. A raccontare questa storia è don Claudio Burgio, in un libro pubblicato nel 2010 e di nuovo disponibile, “Non esistono cattivi ragazzi”, Edizioni Paoline.
La storia raccontata in “Non esistono ragazzi cattivi”
Il volume è una riflessione sull’incontro e il dialogo con i ragazzi difficili, italiani e stranieri, reclusi nel carcere minorile, ospiti delle comunità o che vivono sulla strada. Minori sbandati, adolescenti in fuga, abbandonati a se stessi, dediti a comportamenti antisociali come furti, spaccio, violenze e perfino omicidi.
Li chiamano ‘ragazzi a rischio’, ‘delinquenti’, ‘ragazzi di strada’, ‘giovani devianti’, ‘mostri’: per me sono ragazzi e basta.
Don Burgio ne incontra anche settanta al giorno al Beccaria e quaranta nelle strutture di accoglienza. Non li considera “cattivi”, ma persone costrette a recitare un ruolo che li vuole forti e “criminali”. All’epoca Don Burgio era un giovane seminarista alle prime esperienze di oratorio. Dal momento in cui riuscì ad entrare in confidenza con il ragazzo che tutti scansavano nacque il coraggio di sperimentare l’avventura educativa con i giovani in difficoltà. L’adolescente dell’oratorio cominciò ad entrare in confidenza, a parlare della sua famiglia e dei primi reati commessi per non chiedere i soldi ai genitori. Era riuscito a superare la paura e la diffidenza tipica di molti adolescenti: la paura di non essere accettati per quello che sono, di non valere agli occhi degli altri, di essere invisibili, di essere traditi da un mondo adulto sempre più assente e insicuro, portato a escludere più che includere.
Il ragazzo dell’oratorio, dopo qualche giorno, mi consegnò il suo nome: ancora oggi, per rispetto, lo tengo riservato, perché consegnare il nome è affidare la propria identità, è fidarsi dell’altro. Tutto ciò merita rispetto.
Certo, aiutare questi ragazzi non è uno scherzo. Don Rigoldi lo scrive nella prefazione, suggerendo a chi avesse voglia aiutarli di trovare prima la forza interiore per mettersi in gioco. Per essere un educatore di giovani è necessario non aver paura dei giovani e questo richiede all’adulto un percorso di crescita e di consapevolezza. Don Claudio a volte manifesta una certa imprudenza nel suo desiderio di stare coi suoi ragazzi.
Il tema dell’ascolto è l’esperienza più frequente per un cappellano delle carceri. Occorre fare silenzio all’interno di sé e all’esterno, aggiunge don Gino. E attenti ai giudizi: sui comportamenti sì, mai sulla persona, perché giudicare va lasciato ai giudici. ” Farlo riemergere dalle ferite della vita, sostenerlo al di là del male che vuole sopprimerlo è la consegna che il cardinal Martini mi ha lasciato” dice don Claudio Burgio. Sono le parole che gli hanno dato la spinta a continuare nel cammino intrapreso
Chi è Don Claudio Burgio?
Don Claudio Burgio è nato a Milano nel 1969. Entrato in seminario dopo gli studi classici, è stato ordinato sacerdote nel 1996, in Duomo, dal cardinale Martini, rimasto sempre un punto di riferimento della sua formazione e azione. Ha fondato l’Associazione Kayròs, che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti. Collabora con don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile milanese “Cesare Beccaria”. È scrittore, conferenziere e oratore specializzato in temi di disagio giovanile, è sportivo e animatore della selezione internazionale sacerdoti di calcio, appassionato musicista e compositore: dirige dal 2007 la Cappella musicale del Duomo, la più antica istituzione musicale meneghina.