La treccia di Inès | Rosa Lobato de Faria
Vorrei sapere in cosa potrei aiutarla, il mio nome è Inès.
Lei entra nella sua vita, inondando l’ufficio col sorriso luminoso, gli occhi di mare, la treccia bionda quasi sciolta, in un incontro che si ripete da secoli…nel romanzo “La treccia di Inès” (edizioni Imprimatur, novembre 2015, 212 pagine 17 euro).
La firma in copertina è di Rosa Lobato de Faria, autrice portoghese scomparsa a settantasette anni nel 2010, figura considerevole della Letteratura e dello Spettacolo in Portogallo: scrittrice di racconti, poesie, drammi, oltre che sceneggiatrice, cantautrice, paroliera e attrice in diverse serie tv e pellicole. Numerosi i suoi testi narrativi.
“A tranca de Inès” è uscito nel 2001, subito dopo “Il presagio delle Acque”, che le meritò un prestigioso premio letterario.
Pedro e Inès e i loro incontri nel tempo
Il primo incontro tra Pedro e Agnese è agli inizi del 2000, raccontato in prima persona dal protagonista, che ci conduce fin nel XIV secolo.
È il 1335, forse il 1337, sostiene Dom Pedro, l’erede al trono portoghese. È in visita all’amico re di Galizia, Alvaro de Castro, che gli presenta la sorella Inès. Agli occhi del giovane lusitano appare un’adolescente con la pelle candida e le lunghe trecce, intenta a ricamare delicatamente. Occhi di mare, capelli biondi, ma già forme di donna.
Rosa Lobato de Faria fa seguire un altro incontro: una biondina quattordicenne, con il coetaneo e compagno di corso di studi e formazione di Pedrito. Siamo nel 2100 o su per giù.
Presente, passato, futuro in un testo suggestivo e visionario, in parte storico, in parte fantascientifico, in parte fantasociologico, ma soprattutto un romanzo d’amore. Amore al primo sguardo, amore che supera il tempo.
I volti dell’amore in La treccia di Inès
Amore platonico
Inès Castro, la conturbante segretaria, è vergine, ma pLa traccia di ines romette a Pedro Santa Clara che arriverà la notte in cui saranno una cosa sola.
Inès de Castro, la deliziosa fanciulla medievale, assicura all’erede al trono portoghese d’essere pura e che serberà tale purezza per lui o che con essa morirà.
La giovanissima Inès Pires De Castro ricambia Pedro Rey nell’asettica società del futuro e non può che essere illibata, perché l’organizzazione pubblica consente solo unioni ufficialmente consentite e quote di riproduzione controllatissime.
Amore contrastato
In opposizione, incombe in ogni epoca la figura del padre di Pietro, che ostacola la relazione sentimentale e scatena sempre… (i lettori scopriranno l’altra costante delle tre storie).
Amore alla follia
Messo alle strette, il protagonista non ha mai esitazioni: sceglie la passione. Inès è la donna, per eccellenza. È la bellezza, il fascino, l’attrazione femminile stordente, il vero “eterno femminino” caro ai poeti. Un’autentica ossessione per Pedro, che continua ad ogni buon conto a non vedere altro che le delicate sembianze della ragazza.
Pazzo d’amore o pazzo e basta? Una traccia la fornisce l’autrice stessa. L’uomo che racconta, Pietro, è sotto osservazione in un ospedale psichiatrico, a quanto sembra. Considerano pazzia qualsiasi comportamento meno convenzionale della banalità istituita.
Molti gli spunti di interesse in questo libro, senza ogni dubbio originale; tra questi l’immagine del futuro proiettata dalla messa in pratica delle più rigorose teorie e pratiche ecologiste, per salvare il mondo dall’autodistruzione causata dall’aggressione dell’uomo all’ambiente.
La società del futuro dove la Natura vince sull’Uomo
Nel XXII secolo, il Pianeta Terra sarà il dio al quale sacrificare tutto. Le leggi che proteggono l’ecosistema sono diventate mondiali. Tra Uomo e Natura è obbligatorio scegliere la Natura perché solo così si può salvare l’Uomo. Ormai l’uomo ha smesso di costruire, ma riutilizza tutto. Secondo una dottrina che si chiama “Salvismo”, viene punito con la pena capitale chiunque inquini le acque, abbatta alberi, incendi boschi, uccida o ferisca animali.
C’è la morte per chi diffonde una sostanza inquinante nell’atmosfera.
Morte anche per chi non tenga conto del ferreo controllo delle nascite imposto e fatto rispettare impietosamente. Perché il sistema regge solo con la drastica riduzione della popolazione umana: è il prezzo per cessare di abbattere alberi, per cancellare l’industrializzazione, per non usare le risorse naturali.
Più che “decrescita felice”, una sorta di limbo indolente per l’umanità: tutto controllato, tutto proibito!
Uno stile del tutto suo
Un cenno va dedicato senz’altro allo stile di Rosa Lobato de Faria, al suo modo stesso di scrivere spesso senza punteggiatura, andando a capo all’improvviso, ritmando una narrazione tutta a spigoli, tornanti, curve a gomito sintattiche.
La traduttrice Maria Luisa Cusati ha sentito il bisogno di premettere una nota, nella quale sottolinea che l’assenza di segni convenzionali di interpunzione, maiuscole, spazi tipografici classici e corsivi, rende estremamente coinvolgente lo scritto.
Luglio 16, 2017
Leggo solo ora questo commento puntuale e, anch’esso , ” coinvolgente”. Grazie a effe elle. Maria Luisa Cusati