Omofollia di Mattia Cesari
Mattia Cesari prima di Omofollia
Prima di leggere questo libro non avevo ancora sentito parlare di Mattia Cesari, eppure i suoi video su youtube vantano migliaia di visualizzazioni e l’apprezzamento del mondo del web. Questo giovanissimo youtuber, infatti, è divenuto famoso grazie alle sue imitazioni della showgirl Belén Rodriguez e agli altri video a carattere comico che condivide attraverso il suo canale youtube.
Chi vede i suoi video si trova davanti un ragazzetto piuttosto spigliato che, con delle movenze che suggeriscono il suo orientamento sessuale, intrattiene il pubblico di Internet con brevi sketch di vita quotidiana e scolastica, il tutto nella chiave ironica e sguaiata degli adolescenti.
Quello che dai video non traspare, però, è la vera entità di Mattia Cesari: la sua storia, le sue debolezze, i suoi drammi che ha deciso di raccontarci in un libro che ha come titolo un neologismo dell’autore stesso: Omofollia.
Ho diciannove anni e vi racconto come l’omofobia ha cambiato la mia vita
Cosa racconta Omofollia
Questa frase appare nella copertina del libro: è un chiaro segnale al lettore, Mattia Cesari non cerca di avvolgere il suo libro di mistero, né si esprime in maniera criptica; il suo libro è crudo e vero come la storia che racconta: la sua.
Mattia è davvero giovanissimo quando comincia a riprendersi in video e condividere la sua ironia su Internet; la popolarità arriva quasi subito, i followers si moltiplicano e arrivano le prime chiamate per partecipare a serate in discoteca. Cosa può rappresentare questa fama improvvisa per un ragazzino? Soprattutto per uno come Mattia, che in realtà non è quell’animale da palcoscenico per cui si spaccia in rete, anzi: quando è disconnesso Mattia è un ragazzo che vive il dramma di non potersi esprimere nella sua interezza. La sua omosessualità rappresenta l’ostacolo più grande per lui, timido, impacciato, insicuro e gay.
Il dramma di Mattia nasce molto presto: già ai primi anni delle scuole elementari riconosce dei comportamenti contrari al suo modo di essere, ma saranno gli anni delle scuole medie – che, si sa, sono terribili per tutti – ad abbatterlo in maniera molto più decisa.
Nel libro, Mattia Cesari racconta innumerevoli aneddoti per portare alla luce la sua condizione di emarginato inconsapevole e incredulo; perché allora, lui stesso, forse, ancora non sapeva ancora di essere omosessuale, pur percependo la sua diversità, che lo spingeva a sentirsi vittima e colpevole di quanto stava vivendo.
L’omofobia che colpisce Mattia è psicologica e fisica: è crudele e raccapricciante e a compierla sono ragazzi come lui, giovani, del suo stesso quartiere romano, i suoi stessi compagni di scuola, quei ragazzi con cui è cresciuto.
Mattia si sottomette a questa situazione, china la testa e procede per la sua strada sognando, un giorno, di passare inosservato per strada, di non sentire urla e fischi dietro le sue spalle.
In casa, poi, le cose non vanno meglio: se fuori dalle mura domestiche, chiunque conosca gli sbatte in faccia il suo essere sbagliato, dentro nessuno riesce a prenderlo sul serio, perché , in realtà, nessuno è disposto ad accettarlo.
In questo tunnel buio fatto solo di malinconia e frustrazione arriva una luce: Belén. Mattia dedica intere pagine alla sua musa e all’ammirazione che nutre per lei, se potesse scegliere che donna essere , dice: sceglierei Belén. Questa ossessione per la showgirl argentina lo pervade completamente e, imitazione dopo imitazione, nasce il primo video e nasce il Mattia connesso.
Questa doppia vita che diventa doppia identità è alla base dell’intenzione del libro che con semplicità e sincerità racconta la storia di un ragazzo come tanti che vive la condizione di non essere accettato per ciò che è e con mille sforzi riesce a uscire dall’incubo dell’omofollia, perché cosa c’è di più folle di un padre che prende in giro un figlio perché è omosessuale, di un amico che ti volta le spalle perché hai dei gusti diversi dai suoi?
Mattia è ancora molto giovane ma col suo coraggio e la sua ironia si concede a esempio di tutti quelli che come lui hanno vissuto o stanno vivendo il frutto di un’ignoranza che ancora pervade la nostra società. Mattia è stato forte e ha trovato la chiave per la sua felicità ma quanti altri, rimangono vittime per sempre? L’omofobia dovrebbe essere una paura, questa è pura follia!
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