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“L’accalappiastreghe” di Walter Moers

L’accalappiastreghe” pubblicato in Italia nel 2008, è per dichiarazione dello stesso autore Walter Moers un romanzo orrifico-fantasy-culinario. Dicitura che la dice già molto lunga. 

AccalappiastregheIl disegno in copertina e l’età di lettura suggerita (12 anni) potrebbero lasciar intuire che si tratti del classico romanzo per ragazzi, una di quelle avvincenti storie di formazione che stimolano la fantasia, dalla trama semplice volta al puro divertimento di un giovanissimo pubblico.
Va dunque fatta un’avvertenza preliminare: proprio perché quest’ultima categoria di lettori è spesso la più esigente, quando si legge Moers bisogna accantonare ogni pregiudizio di genere. Il risultato sarà inaspettato (e l’età dei lettori pure).

Il mondo stralunato di Zamonia

Chiudete gli occhi: si alza il sipario su Sledwaya, la città più strana di tutta Zamonia. Strade corte, case sbilenche, una popolazione continuamente colpita da strani malanni e dai virus più rari. Un luogo tetro e oscuro popolato da animali parlanti e creature dall’aspetto orripilante, pellestrelli (per gli umani: pipistrelli), api demoniache, candele malinconiche. Come se lo scenario non fosse già abbastanza catastrofico, ecco in soccorso le shokkie ad aggravare ulteriormente la situazione: tremende streghe che si dilettano in esperimenti di malvagità diffusa, la causa primaria dell’infelicità che avvolge tutta la città.

“Sopra è sotto, brutto è bello” – motto dei pellestrelli

Pellestrelli 4L’unica nota che stona in un contesto così cupo sembra essere Eco, un curioso e amabile crattino che, sempre per gli umani, non sarebbe altro che un gatto un po’ particolare, dotato del dono della parola e di una notevole intelligenza, oltre che di ben due…fegati. Tutto sembrerebbe apparentemente tranquillo fin quando Eco che ha appena perso la sua anziana padroncina, vagando per le strade alla ricerca di cibo per sopravvivere, incapperà nell’ombra del tiranno di tutte le shokkie, il nemico incontrastato della città, l’accalappiastreghe municipale Malfrosto. Paradossalmente, colui che dovrebbe rappresentare la paura più grande per qualsiasi forma di vita zamonica si rivelerà per Eco l’unica opportunità per continuare a vivere, anche se al caro prezzo della sua stessa pelle.

Malfrosto infatti è innanzitutto un sapiente alchimista impegnato, con un tocco di cinica follia, in un’insolita e ambiziosa missione: collezionare il grasso di tutti gli animali appartenenti alle più rare specie di Zamonia così da trattarlo per conservare le essenze volatili dei suoi preziosi esperimenti. E alla vista di un rarissimo crattino morente (e soprattutto al pensiero del suo ancor più pregiato grasso) non può che avanzare ad Eco un’allettantissima proposta: seguirlo nella sua grande dimora in cui gli saranno offerti alloggio e succulenti pasti quotidiani, in un percorso di raffinatissima cucina studiato appositamente per farlo ingrassare, per la durata di un mese completo. Una volta raggiunta la corporatura desiderata, Malfrosto lo avrebbe ucciso per ricavarne il grasso. L’iniziale tentennare del terrorizzato Eco è subito spento dall’amara consapevolezza che il gironzolare a vuoto per altri tre giorni, senza trovare cibo, lo avrebbe portato comunque inevitabilmente ad una morte per fame. Allora il languorino vince la paura: così il patto è sancito, l’alleanza è stabilita. Eco e Malfrosto iniziano la loro assurda convivenza, tra prelibatezze culinarie e aneddoti sui segreti del magico mestiere.

“Il tiranno di Sledwaya svelò pregi di sé impensati: quello dello squisito padrone di casa e dell’intrattenitore avvincente; preparava una sensazione culinaria dopo l’altra per poi servirle come un capocameriere di un ristorante di lusso. Eco ne fu incantato.”

Dietro questa apparenza da sogno però zampilla minacciosa la verità di un crudele accordo. Riuscirà il piccolo Eco a scalfire la durezza dello spietato Malfrosto e a salvare la propria vita? O la crudeltà non si piegherà dinanzi ad alcun tipo di sentimento? Chissà se nella cupa Zamonia sono previsti anche dei “lieto fine”…sicuramente non saranno i colpi di scena a mancare, alcuni degni di un perfetto horror alla Edgar Allan Poe.

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Le invenzioni di Moers per i bambini esigenti

Pellestrelli 2

La genialità di un autore come Moers non si limita alla trama accattivante: in queste pagine si assiste all’invenzione di un mondo completamente nuovo, con le proprie regole ed un suo vocabolario tutto particolare. Vengono coniati dei neologismi che scandiscono il ritmo narrativo anche dal punto di vista linguistico, con non pochi riferimenti letterari che superano la spensieratezza di un dodicenne che si appresta ad una lettura del genere.

L’autore si fa architetto di un macabro universo perfettamente dipinto nei dettagli, a volte marcatamente tetri, così da risultare estremamente facile percorrere con il crattino Eco ogni stradina di Sledwaya o giocare sui mille dislivelli dell’altissimo tetto di Malfrosto. Le illustrazioni perfezionano il tono favolistico del romanzo che, nella scrittura, alterna momenti d’azione a lunghe descrizioni: all’incredibile fantasia di Moers, però,  perdoniamo anche qualche divagazione di troppo. 

Ultime due avvertenze: a) può generare estrema golosità; b) leggetelo anche (e forse soprattutto) se non siete ragazzi.Pellestrelli 3

Autore: Manila Tortorella

Laureata in Lettere moderne e in Scienze Filosofiche a Padova. Ho da sempre avuto un debole per l'universo delle parole: scriverle, leggerle, ascoltarle. Il linguaggio è il nostro vestito quotidiano, imparare a coglierne le sfumature non è però così scontato.

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