"Inferno" di Francesco Gungui - RecensioniLibri.org "Inferno" di Francesco Gungui - RecensioniLibri.org

“Inferno” di Francesco Gungui

InfernoMi stavo affezionando a “Inferno” di Francesco Gungui, devo ammetterlo. Senz’altro coinvolgente, indubbiamente ben scritto; l’autore non è certamente il primo ad affrontare Dante, ma lo fa con stile ed in chiave moderna. Ho sempre amato Dante, adoro il suo Inferno e, probabilmente, anche Gungui deve amare il grande padre della lingua italiana, perché fin da subito dimostra analogie forti e perfette fra l’Inferno dantesco e il nostro mondo.

Il tempo indefinito dell’Inferno di Gungui

Il genere è fantasy, senz’ombra di dubbio, ma potremmo far rientrare il romanzo anche nel genere distopico. Il tutto è ambientato in un tempo indefinito, in una realtà futura dominata da un governo tirannico, l’Oligarchia, che vuole gli eletti in Paradiso e i reietti della società a Europa, grande città nazione, dove vive la maggior parte della gente, tra miseria e criminalità. Chiunque commetta un reato o semplicemente contrasti l’autorità, viene imprigionato in un’isola vulcanica, Inferno, costruita seguendo lo schema dei gironi danteschi. L’ho trovata un’idea originalissima, bella, di forte denuncia sociale: a seconda del crimine commesso, i prigionieri, sono smistati nei vari gironi, descritti in maniera molto dettagliata e avvincente.
Protagonista del romanzo è Alec, che vive con la propria famiglia a Europa, cercando di arrangiarsi con lavori pericolosi, sempre a rischio di essere fagocitato a Inferno, anche solo per piccoli crimini. Il ragazzo riesce a trovare impiego a Paradiso ed è proprio qui che ho sentito che il libro stesse perdendo di intensità: a Paradiso Alec conoscerà Maj, proveniente da una famiglia privilegiata e che non conosce minimamente le difficoltà di chi vive al di fuori di quelle mura dorate.

L’ascesa a Paradiso 

Credo che, paradossalmente, il libro subisca una parabola discendente, proprio con “l’ascesa di Alec a Paradiso” e l’incontro con Maj: la trama si fa meno chiara e più difficile da seguire. Inoltre, seppure la storia d’amore sia bella, ma non si riesce a ben comprendere come possa scoccare la scintilla tra questi ragazzi dalle realtà contrapposte, quasi fossero pronti a morire l’uno per l’altra.
Un vero peccato! Perché credo che l’ambientazione di questo romanzo sia tra le migliori del fantasy italiano contemporaneo e, fosse anche solo per questo, ne consiglio vivamente la lettura.
Si notano anche piacevoli stoccate alla politica italiana e non solo, mai eccessive, però.
La citazione riporta un brano della parte finale del romanzo che credo riassuma le problematiche e i pregi del libro: bello stile, bei personaggi, ben strutturati ma con una storia d’amore carente ed eccessivamente sdolcinata, che dovrebbe essere la colonna portante del romanzo, ma, al contrario, è la sua spina nel fianco.

Il cielo divenne ancora più scuro. Migliaia di stelle brillarono tutte assieme.
Jorgos guardava in alto a bocca aperta. Per la prima volta sul suo viso comparve un’espressione da bambino.
Alec guardò Maj. Era la sua stella, la sua guida. E capì che quello era l’amore, capì che lei sarebbe staa la stella e lui il marinaio, e che il cielo li avrebbe guidati per sempre

Le cantiche moderne

Nonostante alcune pecche della narrazione, Francesco Gungui (classe 1980) è certamente maturato, rispetto ai suoi precedenti lavori, a contenuto prettamente adolescenziale e romantico (Mi piaci così, Mi piaci ancora così, L’importante è adesso, Pensavo di scappare con te), per approdare nel genere distopico e young adult.
Un romanzo consigliato ai ragazzi, che possono avvicinarsi in chiave moderna al mondo dantesco, nonostante, in alcuni punti, l’autore faccia perdere al lettore il filo della trama.

LEGGI ANCHE:  I cinocefali | Aleksej Ivanov

Trilogia gungui
Seguendo le cantiche dantesche, la trilogia fantasy di Francesco Gungui “I canti delle terre divise” è composta da altri due romanzi: Purgatorio e Paradiso, sperando che, con Purgatorio Gungui riesca a riprendere la coerenza delle azioni iniziali del libro, che si è persa andando avanti con il racconto.
Buona lettura a tutti e ricordate, se stiamo facendo questo è sempre grazie a “papà” Dante Alighieri!

Autore: Manuela Vitale

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *