Ho sposato una vegana, di Fausto Brizzi
Con “Ho sposato una vegana” il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico romano Fausto Brizzi,
noto al grande pubblico con il film “Notte prima degli esami” (David di Donatello e Nastro d’Argento) arriva al suo terzo libro.
Non avevo ancora letto nulla di Fausto Brizzi e, sinceramente, mi sono avvicinata a questo libro non per l’autore, ma perché da vegetariana convinta ero incuriosita e, devo ammetterlo, il libro mi ha catturata fin da subito.
Nelle librerie dal 26 gennaio 2016, edito da Einaudi, Brizzi dichiara fin dal sottotitolo il suo tratto autobiografico del libro: “una storia vera, purtroppo” lascia intendere fin da subito che l’onnivoro Fausto Brizzi parlerà di sé e di come è venuto in contatto con il mondo dei vegani. Racconta con aneddoti divertenti il suo incontro con Claudia Zanella (modella, attrice, scrittrice e naturopata) e il suo percorso vegano fatto di duri sacrifici e rinunce.
Il primo appuntamento di Brizzi
Ammettiamolo: per tutti, il primo appuntamento è fonte di grande stress e agitazione, perché è da quest’incontro che si decidono le sorti di una storia. Ne sa qualcosa Fausto Brizzi che come location per la sua prima cena romantica con Claudia Zanella, sceglie un ristorantino nel centro storico di Roma, specializzato in carne alla brace, salumi e mozzarelle, ed è proprio davanti a un piatto di ragù al cinghiale e un trionfo di arrosticini e patate al forno, che l’autore si trova a dover affrontare una terribile verità: lei è vegana.
Ma vegana vegana?.
Che è come chiedersi “quell’uomo è basso basso, calvo calvo, morto morto?”
Tuttavia, al di là delle peggiori attese, l’appuntamento prende una piega inaspettata, i due si divertono molto e la caseina diventa il principale argomento di conversazione, fino a vedere la serata concludersi con l’affermazione laconica, quanto perentoria di Claudia:
“ Sai mi piaci davvero tanto…peccato che morirai presto”.
Una frase che, superato lo shock iniziale per un epitaffio inatteso, infonde in Brizzi un certo grado di speranza perché, al di là di tutto, lascia intendere che era riuscito nel suo intento di piacerle.
Il libro dal punto di vista di un’erbivora
A un primo impatto, il sottotitolo “Una storia vera, purtroppo” mi aveva contrariato, lasciandomi intuire un certo tono canzonatorio nei confronti dei vegani; al contrario, mi sono trovata ad ammettere che Brizzi riesce a farsi piacere proprio da questa fetta di popolazione e, al contrario, son finita per avere addirittura in antipatia la Zanella ed il suo fare dittatoriale, che ad ogni costo, prova ad imporre il suo credo.
Vogliate crederci o no: esistono anche veg- democratici e non tutti ci ritroviamo a brucare fili d’erba dai vasi presenti del terrazzo.
Il libro si fa subito piacere e risulta molto divertente. Così, Brizzi, racconta come si stia trasformando in un aspirante vegano e di come stia iniziando ad apprezzare questo stile di vita che propone un’alimentazione più consapevole, con dei visibili miglioramenti nella sua salute. Fermo restando che, in assenza di sua moglie, si ritrova a tradirla con i latticini.
Scritto con un linguaggio semplice e scorrevole, “Ho sposato una vegana” si legge tutto d’un fiato, senza annoiare; inoltre, se conoscete qualche vegano, non è detto che non vi divertiate a riconoscerlo nelle loro piccole manie e nei dictat di Claudia Zanella.