Quintetto. Il suono della morte
Quintetto. Il suono della morte di Carin Bartosch Edström, edizioni Atmosphere Libri: un bel giallo nordico che consiglio per le prossime letture.
Edito dalla casa editrice Atmosphere libri, dall’originale progetto editoriale, il romanzo ci immerge nella musica e nei paesaggi svedesi. Obiettivo della casa editrice, si legge sul suo sito, è di invitare il lettore ad un viaggio intorno al mondo, proponendo, in diverse collane, autori noti o meno noti di vari Paesi. Attraverso queste letture, oltre a compiere un viaggio nelle culture, si compie un viaggio “nell’uomo” e nella sua condizione.
Nella collana Thriller è appunto inserito il primo romanzo della scrittrice Carin Bartosch Edström. Musicista, compositrice e direttrice d’orchestra, la Edström ben conosce le dinamiche musicali di un gruppo da camera, l’affiatamento e le tensioni che si creano, ergendolo a protagonista di un omicidio.
La trama
Il Furioso Qvartett deve completare l’incisione del Quartetto di Wilhelm Stenhammar (musicista svedese 1871-1927) da promuovere prima della tournée estiva. Pertanto in una settimana di fine ottobre l’intero quartetto, tutto femminile si ritrova sull’isola privata di Svalskär, nell’arcipelago di fronte Stoccolma.
La dimora storica di Louise, primo violino e manger del quartetto, sarà la sede dello studio di incisione e del soggiorno delle componenti. Peccato però che qualche giorno precedente alla partenza, Louise si fratturi la mano e non possa prendere parte alla registrazione, così per non mandare a monte il lavoro, decide di chiamare un eccellente violinista, suo carissimo amico che da New York raggiunge Svalskär per completare il lavoro.
Raoul Liebeskind, celebre violinista, osannato da tutte le platee, affascinante e carismatico, arriva sull’isola carico di entusiasmo e professionalità. Nota stonata è che la notizia della sostituzione non trovi lo stesso entusiasmo nelle musiciste. Si scopre così che ognuna di loro ha un motivo per non volerlo insieme. Ad esclusione di Louise che ha altre preferenze sessuali, Anna, Helena e Caroline lo odiano. Il suo fascino ha colpito anche loro. Ognuna ha avuto, ha o inizia una storia con lui. Da vero “farfallone amoroso” di dongiovannesca memoria, Raoul si diverte a provocare, a giocare con le ragazze, a godere delle loro occhiate gelose e delle loro reazioni. Durante le prove, il quartetto risente delle tensioni e riportandole nell’esecuzione. Per cui Louise deve spesso riprenderle per mantenere la concentrazione e la qualità del risultato. Ad ogni caso, il lavoro viene portato a termine, finalmente la sessione di registrazione è terminata, il quartetto si può riposare e ripartire il giorno dopo.
Alle 20 di quella stessa sera, Raoul viene trovato morto. Il suo corpo galleggia in mare, sbattuto contro gli scogli. Un viso così bello, così espressivo ha perso ogni espressione: gelido, inerme, vuoto.
Un incidente? Un omicidio?
Il caso viene affidato al commissario Ebba Schröder, competente, in carriera e molto amante della musica.
Le dinamiche sono tante e l’indagine sembra sfociare in un cul de sac. “Tutte le donne del quartetto erano innamorate di lui. Tant’è vero che i problemi sono nati in primo luogo nei rapporti fra loro quattro. Ma il fatto che Raoul fosse un oggetto di desiderio era una ragione sufficiente per ucciderlo? Per eliminare la tentazione?”
Nell’indagine Ebba ha la forte sensazione che la verità sia conosciuta da tutte e quattro e che le musiciste, richiamate all’ordine da Louise si coprano vicendevolmente.
La critica
Lo stile dell’indagine di Ebba Schröder ricorda molto il mitico Hercule Poirot, la meticolosità, la pignoleria, le riflessioni ad alta voce sono caratteristiche comuni. In una versione più moderna e sicuramente più cybernauta, la ricerca della verità è comunque frutto di ragionamento e approfondimento.
“Voglio che controlliate tutte le stufe, le compostatrici e tutti i punti dell’isola in cui vengono depositate le immondizie e la cenere. Dovete provvedere anche ad una perquisizione minuziosa di tutta la casa padronale…”.
I ripetuti interrogatori, i colloqui collettivi in salotto tesi non sono a porgere domande inquisitorie ma anche e soprattutto a studiare i comportamenti, la mimica e le reazioni di ciascuna, richiamano così tanto i romanzi di Agatha Christie da ispirare fiducia nella risoluzione del caso.
La scrittura è ricca ma scorrevole. Oltre la storia del quartetto-quintetto con morto, si delineano anche le vite dei comprimari, proprio come la trama di un’opera lirica. Ognuno ha una sua vita e le sue storie si intrecciano con l’omicidio e con l’indagine.
Una lettura che consiglio anche per assaporare le descrizioni dei paesaggi svedesi, in un fiammante autunno, per assaporare autori di musica da camera, per tuffarsi in dinamiche musicali e di amicizia!
Annalisa Andriani
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