La “Rete Padrona” di Federico Rampini
“Rete Padrona. Amazon, Apple, Google & Co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale” (2014, Feltrinelli): nel suo saggio Federico Rampini analizza le rivoluzioni digitali che almeno negli ultimi vent’anni hanno profondamente modificato il nostro modo di vivere. La comunicazione, il rapporto fra le persone, la socialità, la gestione delle informazioni, la tutela della nostra privacy, sono state cambiate dall’avvento dell’era digitale.
Rampini ci racconta chi sono i protagonisti di questo epocale cambiamento che, nel bene e nel male, caratterizza la nostra vita. Ecco quindi che partendo dalla Silicon Valley e arrivando ai regimi autoritari come quello cinese, partendo da Bill Gates e arrivando a Mark Zuckerberg e Steve Jobs, Rampini ci mostra come la rete, oltre ad essere sinonimo di “libertà”, possa anche essere “padrona” delle nostre vite. Le grandi conquiste digitali risultano in mano a pochi grandi “Padroni della rete”, già chiaramente citati nel titolo del libro da Rampini, che da “anticapitalisti” sono diventati controllori di tutti noi, presenti nella nostra privacy , elusori fiscali e generatori di disagi e disuguaglianze sociali.
Ecco quindi il volto oscuro di questa rivoluzione digitale che l’autore, con uno scorrevole linguaggio giornalistico, affronta con competenza e professionalità. Un viaggio che analizza ad esempio i “Google Glass” che possono essere uno strumento dalle infinite possibilità ma anche trasformare l’utente in “schiavo” di questa veloce tecnologia. Si apre quindi una profonda riflessione sul motore di ricerca Google e poi sui grandi e noti social media nati come esempio di “libertà” della rete, assolutamente privi di pubblicità, ma che oggi tuttavia, grazie ai nostri “clic” e relativo inserimento di diverse inserzioni pubblicitarie, diventano potenze commerciali. Non mancano analisi dettagliate sui più famosi social network che oramai, grazie alle nostre azioni consapevoli all’interno di questi strumenti, ci conoscono profondamente a tal punto da “postare” quello che noi cerchiamo e vogliamo trovare, conoscendo ormai i nostri gusti, le nostre fantasie, le nostre conoscenze, il nostro “stare nella rete”.
Internet era nata come “bene pubblico, uno spazio aperto, un moltiplicatore di libertà, un livellatore di opportunità” e abbiamo, ci ricorda Rampini riportando il pensiero di una collega giornalista americana Hannah Kuchler, “gioiosamente consegnato quelle che erano delle risorse comuni ad aziende private”.
Rampini analizza poi gli aspetti economici legati a queste tecnologie, alle indagini giudiziarie che hanno visto protagonisti i guru del digitale e alle censure che sopravvivono ancora in certi Paesi autoritari dove la rete non è certo sinonimo di libertà. Anche l’e-commerce trova spazio nel viaggio di Rampini. Amazon ad esempio, potenza commerciale mondiale, viene da un editore americano paragonato al Padrino mentre un grande giornale la definisce la Piovra. Oppure Facebook , uno strumento che ormai usiamo quasi tutti e depositario di incedibili conoscenze e informazioni che noi stessi gli abbiamo dato, ci ricorda che “la Chiesa cattolica ci ha messo duemila anni per raggiungere il miliardo e 200 milioni di fedeli, noi abbiamo centrato lo stesso obiettivo in dieci anni”.
Questo volume ha la forza di farci riflettere su molteplici pericolosi aspetti di questa rivoluzione digitale molto “social”. Tuttavia, il lavoro di Rampini ha dei limiti laddove ci ricorda e analizza in alcuni passaggi, situazioni e approcci dei “padroni della rete” ormai conosciuti e ampiamente trattati e approfonditi. Insomma, molte cose scritte dal giornalista di Repubblica sono direi patrimonio comune di molti e lo stesso autore le ha trattate in diversi suoi articoli. Certe nozioni quindi ricordate da Rampini sono ormai bagaglio della nostra società e talvolta un po’ scontate soprattutto per chi segue con attenzione gli approfonditi e sempre divulgativi articoli di questo noto giornalista.
Ecco quindi che “Rete padrona” è un saggio interessante ma non brillante, coinvolgente in alcuni capitoli quando l’autore spiega particolari aneddoti delle “potenze digitali e informatiche”, poco originale quando approfondisce notizie note e in parte superate o comunque paradossalmente reperibili..proprio in rete.
Giannandrea Mencini, @gmencini1