“Prima famiglia” di Pietro Valsecchi
Quando ho scelto di leggere Prima famiglia di Pietro Valsecchi non avevo piena consapevolezza di cosa mi aspettassi: avevo letto la trama del libro e conoscevo Pietro Valsecchi come produttore cinematografico (sono una fan sfegatata di Squadra Antimafia, serie tv da lui prodotta), ma non avevo altre nozioni al riguardo. Quando, poi, ho avuto tra le mani il testo, un librone di 420 pagine e dalla copertina fantastica in bianco e nero, ho provato un brivido di entusiasmo. Non vedevo l’ora di iniziare una nuova avventura.
Quella mattina, a New York, sebbene fosse la fine di maggio, c’era freddo. Luigi Palermo andò in cucina, scostò la tenda che nascondeva lo scarico del lavandino, prese un pezzo di sapone, lo bagnò e cominciò a lavarsi la faccia. L’acqua era talmente gelida che per un attimo gli mancò il respiro, ma andava bene così: “L’acqua calda è per gente senza coglioni” pensò.
Prima famiglia è l’ultimo libro di Pietro Valsecchi. Un romanzo che racconta la New York degli inizi del ‘900 attraverso la storia di una famiglia siciliana, quella dei Palermo, trasferitasi in America alla ricerca di una vita migliore – e onesta – per i propri figli. L’esperienza dei Palermo è in realtà quella di tante famiglie (italiane e non) emigrate in America, terra in cui tutto è possibile, ma dove spesso i problemi e gli ostacoli si rivelano invalicabili. I questo caso l’ostacolo ha un nome: mafia.
Niente era come avevano immaginato nei loro sogni semplici dell’America: lavorare e vivere, guadagnare e vivere. Invece no: lavori, guadagni e c’è chi viene a pigliarsi una parte che non gli spetta, e quello che guadagni non ti basta. Ma devi calare la testa, fare finta che ti sta bene, che in fondo pagare il “di più” è il prezzo per una vita senza guai.
I componenti della famiglia Palermo sono forti e indipendenti, agitati ognuno dai propri sogni e dai propri ideali, ricchi di un amore, quello per la famiglia, che li riunirà sempre, nonostante tutto. I protagonisti principali della storia sono Sal e Frank, due fratelli che prenderanno due strade completamente opposte: il primo diventerà un mafioso, il secondo un poliziotto.
Sua madre lo prese per il braccio: “Dov’è che vai? La famiglia questa è. Questa!” urlò furibonda indicando con la mano quelli che stavano intorno al tavolo. Lo tirò per la giacca e lo riportò al suo posto, poi li guardò: “Vostro padre è ancora caldo nella tomba e voi v’acchiappate così?”. Spostò lo sguardo infuocato dall’uno all’altro: “Non ci sono sbirri e non ci sono mafiosi in questa casa” disse con voce roca e furente, “solo fratelli. Mi sono spiegata? Fratelli” scandì, “stessa carne, stesso sangue, stesso dolore nel partorirvi, stessa stanchezza nel crescervi. Figli miei siete. E di Luigi. E se ora Luigi non c’è a battere i pugni sul tavolo per ricordarvi l’educazione, ci sono io. Capiste?”.
Ho trovato geniale il collante della storia, che si ripresenta a diversi intervalli per ricordare al lettore che quello che sta leggendo è un po’ un grande flashback. Dalle prime pagine, infatti, ci troviamo di fronte al figlio minore dei Palermo, Tony, il quale, da sempre appassionato di cinema, sta finalmente realizzando il suo sogno: raccontare la storia della famiglia Palermo tramite il suo film. Quello che leggiamo, quindi, è come se fosse il copione del suo film, che a tratti vediamo prendere vita proprio sul set mentre Tony è al lavoro.
Tony uscì con la macchina da presa. Cominciò a girare per i quartieri più poveri. La vita che voleva raccontare era quella di chi trovava ogni giorno il coraggio per ricominciare, anche quando era prostrato dalla fame, o annichilito dal freddo, dalla miseria, insomma la vita di chi non si arrendeva, di chi sapeva guadagnarsi il sogno.
Dopo un primo momento di smarrimento (confesso che all’inizio ho pensato: “ma dai, è l’ennesimo libro/film sulla mafia?”) ho trovato Prima famiglia un romanzo che mi ha conquistata e che ho divorato in un paio di giorni. Ben scritto e interessante, ha un intreccio che continua a sorprendere il lettore e un finale che, ve lo assicuro, vi lascerà senza parole.
Febbraio 7, 2016
Bella rappresentazione mi hai incuriosito grazie credo che lo comprero