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La ribelle di Valeria Montaldi

La ribelle

Un bel romanzo storico La ribelle di Valeria Montaldi, pubblicato nel 2011 per Bur Rizzoli.

La storia ci catapulta subito nel Medioevo, per la precisione nel 1254 anno in cui Caterina da Colleaperto esercita l’arte medica a Parigi. Situazione alquanto inusuale poichè essere un medico noto nella capitale francese era già un’impresa ardua, ma se a questo si aggiunge l’essere donna diventa pressoché impossibile.

Caterina è fuggita dall’Italia e ha studiato a Montpellier. La incontriamo in Francia, già nota nell’ambiente medico, molto ambiziosa e desiderosa di far carriera.

Caterina è una donna libera, capace e forte. E’ innamorata dell’ illustre maestro di medicina Rolando Lanfranchi che l’aiuta a conquistare la fiducia di molti clienti dell’aristocrazia.

La vita a Parigi scorre liscia tra l’impiego come medico all’Hotel Dieu e simposi di medicina finché un giorno la sua posizione comincia a vacillare. Per salvare una giovane donna gravida, Caterina è costretta ad eseguire un parto cesareo, intervento chirurgico alquanto pericoloso e estremamente raro. Il ruolo di Caterina è sopportato dal rettore dell’Ospedale, ma a seguito di questo evento i problemi cominciano ad aumentare. Ciò che ferisce la donna è anche la sfiducia del suo compagno Rolando “quando aveva cominciato a raccontare a Rolando di come avesse deciso di affrontare quel caso difficile, si aspettava di ricevere elogi…Non l’aveva rimproverata ma quel suo silenzio e quel congedo frettoloso erano stati più che eloquenti”.

L’orgoglio di Caterina la porta a sostenere la sua scelta e la sua sapienza medica “Credeva che vaneggiasse quando diceva di voler esercitare anche la chirurgia? Aveva studiato a lungo e con passione quella branca della medicina….e ora doveva rinunciarvi solo perché era donna invece che uomo?”. Dopo questo episodio scabroso professionalmente Rolando comincia pian piano a prendere le distanze pubblicamente da Caterina, anche se nell’intimità mantiene ancora in piedi la loro storia. Forse spinto anche da una certa invidia e dal timore di essere surclassato, Rolando le nasconde il suo matrimonio in Italia e quando a Parigi si scopre un reato in cui sono coinvolti entrambi, Rolando cerca in tutti i modi di riversare le colpe solo su di lei, salvaguardando il suo personale futuro.

“Sei spinta da un eccesso di ambizione, Caterina, e questo si rivolgerà a tuo danno: sei una donna, lo hai dimenticato per caso? Non puoi pretendere di cambiare in un attimo una tradizione consolidata nei secoli, ci vorrà tempo prima che voi femmine veniate accettate a esercitare l’arte medica alla stessa maniera dei maschi!”

Così Caterina, per evitare situazioni pericolose per la sua incolumità decide di trasferirsi a Milano per cominciare una nuova vita. Intraprende un viaggio lunghissimo con una carovana che le permetterà di vivere nuove esperienze di  amicizia e conoscenza. Non vi svelo gli accadimenti del viaggio e le peripezie che affronta la donna, però la lettura ne vale la pena.

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La critica

Ho letto con molto interesse questo romanzo rilevando che l’autrice riesce a calare bene le storie nel loro tempo. La  cura e la ricerca dei dettagli, delle descrizioni anche scientifiche, i riferimenti storici precisi ne fanno un’ opera di qualità.

Oltre all’arte medica, Valeria Montaldi descrive benissimo un altro mestiere che all’epoca stava prendendo corpo: l’arte sartoriale.

Infatti nel romanzo si intrecciano le vite di Caterina con quella di Marco Raineri, sarto milanese ben noto in città che, anch’egli spinto da ambizione, importa da Parigi novità, tessuti, stili e moda.

Così il romanzo alterna un po’ le loro vicende facendo presagire il momento in cui si intrecceranno.

Ho apprezzato molto la cura nel descrivere con minuzia i tessuti, i capi di abbigliamento, i decori da apportare su ogni cotta o abito, la lavorazione e i singolari accorgimenti, quasi a renderli vivi alla lettura.

Il romanzo è davvero ben scritto, non tralascia alcun aspetto storico, inserendo storie e personaggi realmente esistiti come il re di Francia Luigi IX, suo fratello Alfonso di Poitiers ed altri. Anche l’ambientazione è sempre ricca di dettagli che vanno dalla descrizione dei palazzi e degli arredi al putridume e alla sporcizia delle strade, introducendo problemi di ordine sociale e sanitario. Alle volte ho rilevato che ci sono troppi personaggi minori che con le loro storie appesantiscono in parte la lettura ma tutto sommato è un libro che consiglio.

Illuminati e troppo in anticipo sui tempi sono forse le riflessioni di Caterina sul ruolo del medico ma, in ogni caso, fa sempre piacere leggere.

Ho sempre considerato i  malati come portatori di malattia, non come persone. Solo oggi  davanti a quelle due povere donne, mi sono resa conto di non essere mai stata coinvolta, di aver sempre preso le distanze dal dolore altrui. Non è questo lo scopo del buon medico”.

Annalisa Andriani

azandriani@gmail.com

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Autore: Annalisa Andriani

Suono da più di vent’anni nell’Orchestra Sinfonica di Bari e insegno Violino dal 1994 con il Metodo Suzuki per bambini dai 3 anni in poi. Lettrice appassionata sono contenta di aver passato ai miei figli l’amore per i libri.

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