Se mi sposi ti tradisco di E. Kennedy
“Essere infedeli vuol dire davvero non amare?”
Questa prima citazione la troviamo sulla copertina del romanzo d’esordio di Eliza Kennedy, “Se mi sposi ti tradisco” edito da Mondadori, una simpatica commedia dove il significato dell’amore viene osservato da un punto di vista diverso, dove amare non vuol dire necessariamente essere fedeli.
La trama
Lily Wilder è un avvocato newyorkese, sta per diventare la moglie di Will, bello, intelligente, sexy, affascinante, dolce, sensibile, disponibile, l’uomo perfetto insomma, che tutte le donne vorrebbero avere accanto. Lily non ha null’altro da chiedere nella sua vita, se non quello che già ha: un lavoro stupendo, un compagno di vita meraviglioso e amici incredibili con cui andare a fare baldoria. Lily è allegra, sfrontata, ma soprattutto ama divertirsi e se ciò comporta tradire il suo uomo, poco male, perché lei è totalmente incapace di essere fedele. Quando però il giorno fatidico si avvicina, Lily comincia ad essere un po’ titubante: conosce davvero Will? Può essere davvero lui l’uomo con cui poter condividere la sua vita? Ma soprattutto, ne è davvero innamorata?
Ma… matrimonio? Sto per sposarlo? Sono impazzita? Voglio dire, non sarebbe un problema se la situazione fosse diversa. Se fossimo personaggi di un qualche mito greco, per esempio, e tutte le sere, quando in cielo spunta la luna e le luci si accendono, mio marito si trasformasse in un uomo diverso per poi all’alba ritrasformarsi in Will.
Lily e Will partono per convolare a giuste nozze nella città nativa di Lily, dove ad attenderla c’è la sua bizzarra nonché allargata famiglia, un vecchio primo amore dal quale è fuggita, un testimone da preparare per una causa molto importante per lo studio per il quale lavora e tante altre sorprese che l’attendono, proprio lì e in quella settimana che precede le nozze. Ed è in quel momento che tutto sta per cambiare, trasformandosi in un grosso, impensabile e incredibile errore!
“Le donne che esplorano liberamente la loro sessualità e ricercano il piacere per del piacere stesso? Esistono per essere punite e giudicate. Fatto più importante, sono state frenate, spiegate. Sono schiave del complotto tanto quanto tutti noi. Deduco che tu sia una di loro. Di conseguenza, sei una sgualdrina e gli altri, uomini e donne, soprattutto donne, ti umilieranno per fare di te un esempio per gli altri. Sei un affronto a tutto ciò che gli è stato insegnato e gli ricordi tutto ciò che segretamente desiderano ma che non si concedono di avere. Il che ci riporta al punto iniziale. Perché non ci sono parole positive per definire una donna che va a letto con chi le pare e piace felicemente e senza vergogna? Non abbiamo bisogno di quelle parole. Non volgiamo quelle parole. Non volgiamo che quel genere di donna esista.”
Quest’ultimo passaggio del racconto racchiude un po’ l’essenza di questo romanzo piccante, pieno di eccessi e spregiudicato, esattamente come la protagonista, che ci fornisce una visione alquanto alternativa ed innovativa sull’amore e sulla fedeltà, soprattutto quando ad infrangere le regole sono le donne. Così come ho iniziato, concludo con un’ultima citazione di Seneca che troviamo nelle pagine di questo testo: “Quos amor verus tenuit, tenebit” – ovvero – “Il vero amore non smetterà mai di legare coloro che ha legato una volta” – Sono delle parole davvero belle e significative, soprattutto se ci si crede davvero! Ci crederanno i protagonisti di questa avventura decisamente non convenzionale? A voi la lettura!