Le tre notti dell’abbondanza di Paola Cereda
“Che c’è.” “Io cresco e la tua immagine, invece, resta com’era.” “Tu hai la fortuna dei vivi.” “La fortuna di invecchiare?” “Quella di complicarsi.” “Se tu fossi qui come saresti?” “Sarei una persona come un’altra.” “Cioè?” “Potrei stupirti o deluderti.” “Anche io posso stupirti o deluderti.” “Per forza, ha la fortuna dei vivi.”
La trama
Calabria, un paese a picco sul mare, la terra aspra intorno e il tempo che scorre lento e sempre uguale, come le onde sulla scogliera del porto. Nel suo secondo romanzo edito Piemme, Paola Cereda descrive un posto, Fosco, dove ognuno ha il suo ruolo: tutti corrispondono ai propri cognomi e, fin dalla nascita, hanno il loro posto nel mondo. Le regole sono dettate dalla malavita locale, ma non per Irene, giovane e ribelle protagonista. Irene Rusto ha quattordici anni e un quaderno arancione sempre con sè, dove disegna il suo singolare modo di vedere la realtà. Tra gli sguardi severi dei familiari, vive la sua prima storia d’amore con Rocco, il figlio di uno sparato. La notte, i due si rifugiano sui tetti e da quel mondo fatto di cielo e stelle, guardano con curiosità gli adulti impegnati a tracciare i confini di una società regolata dalla vendetta e dalla difesa del territorio. Irene è la maggiore di quattro fratelli e nel posto in cui vive “fìmmina vuole dire meno di masculo”. Il suo temperamento e la voglia di distaccarsi dalla consuetudine portano la protagonista a fare tutt’altra scelta: Irene si ribella e, forte dell’amore di Rocco, risponde a testa alta alle imposizioni degli adulti. Ma poco dopo il loro primo bacio, scambiato di nascosto, Irene e Rocco assistono per caso a una conversazione tra masculi. Alcuni forestieri propongono a zi’ Totonnu, uomo più potente ed influente del paese, un colpo particolare, destinato a fruttare i soldi necessari per avviare un giro d’affari illegali con l’estero. La ragazza si ritrova nel mezzo di una faida, scoppiata durante la notte dell’abbondanza. Come sopravvivere all’inferno, alla guerra, alla mattanza? Da questo momento in poi, le donne di casa Rusto decideranno delle proprie esistenze. Nuove strade che si intrecciano o corrono parallele, per non incontrarsi più. Personaggi pieni di colore e ancor più di sfumature, che si colgono lentamente e prendono forma sotto mille punti di vista ma con una lettura chiave comune; ciascuno sceglie la sua strada, nonostante tutto. Che si tratti di seguire ciò per cui è stato destinato, per il ruolo che gli è stato cucito addosso, o, per chi è in grado di osare, di costruire la sua di strada. Anche cambiando rotta.
L’autrice
Paola Cereda è Psicologa, è nata in Brianza ed è appassionata di teatro. Dopo un lungo periodo come assistente alla regia in ambito professionistico, è andata in giro per il mondo fino ad approdare in Argentina, dove si è avvicinata al teatro comunitario. Tornata in Italia, vive a Torino e si occupa di progetti artistici e culturali nel sociale. Vincitrice di numerosi concorsi letterari, è stata finalista al Premio Calvino 2009 con il romanzo Della vita di Alfredo. Con Piemme ha pubblicato il fortunato Se chiedi al vento di restare.