Nell’intimità di Hanif Kureishi
Hanif Kureishi nato a Londra nel 1947 da padre pakistano e madre inglese, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo e regista è diventato famoso con il libro L’intimità dal quale è stato tratto il film “Intimacy” vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino. Il libro, scritto nel 2000 e ambientato negli anni Sessanta a Londra, narra di Jay…… Sposato con Susan, padre di due figli piccoli, non ama più la moglie, sempre che mai l’abbia amata, però tace, tiene per sé questo sentimento inconfessabile che, svelato, manderebbe in frantumi la sua relazione coniugale e Jay non vuole. Allora inventa un altro Jay che viva anche per lui una vita doppia per lenire un po’ il suo mal di vivere. Nel tentativo di dimenticare e dimenticarsi cerca e trova solo sesso, ma mai appartenenza, mai autentica intimità. Nel frattempo finge, continua a piegarsi ai ritmi mortiferi della quotidianità, a fare ciò che gli dicono di fare ed a rispettare il copione imposto dalla vita familiare voluto dalla società. Nel frattempo continua a fare sesso, tanto sesso. Nel frattempo continua ad alimentare il vuoto che sente dentro e che annienta la sua voglia di vivere. Il matrimonio l’ha imprigionato, lo ha avvolto come una seconda pelle, ma, da identità, si è trasformato in estraneità, fino ad essere avvertito, ora, come un bavaglio, una catena, una prigione. Quel luogo sicuro è, ora, una tomba ancora scoperchiata dove Jay veglia l’altro-Jay consumato dalla privazione del gusto di vivere. Ora, però, Jay rivuole se stesso, la vita e per iniziare questo nuovo cammino sa di non poter chiedere aiuto a nessuno se non a se stesso. Intanto nasce un nuovo amore a cui non si può imporre altra attesa….. Romanzo diaristico, semplice nel linguaggio e nella struttura, trova la sua originalità nel fatto di essere raccontato da un uomo che assume un atteggiamento e un mezzo per confessarsi tutto al femminile. Alcuni critici hanno parlato della confessione del “maschio insicuro” di fronte all’emancipazione disorientante della donna e forse negli anni ’60 era così, ma, letto ora, fa pensare alla difficoltà senza distinzione di genere che si presenta quando ci si sforza di conservare relazioni oramai moribonde. Ma perché vogliamo una famiglia? È questo l’interrogativo di fondo di Kereishi e, soprattutto, perché la vogliamo anche a costo di noi stessi? È una convenzione o un nostro intimo bisogno che può essere realizzato pure al di là dell’amore, del sesso e della ben più profonda intimità? In fondo, siamo dinanzi ad una scelta che comporta un atto di coraggio, al dilemma di Amleto, rivissuto e ben scritto da un autore dei nostri tempi. Un libro da leggere e rileggere quando una scelta è improcrastinabile, consigliato sia agli uomini che alle donne, anche a quelli che vivono una relazione stabile e positiva.