Gli amori difficili di Italo Calvino
Non ricordo dove ho letto per la prima volta questa citazione di Italo Calvino; quello che ricordo bene, però, è ciò che è seguito all’averla assimilata e fatta mia: una corsa in biblioteca per recuperare il libro da cui era tratta, per conoscere quest’autore di cui avevo solo sentito parlare tra i banchi di scuola.
L’opera in questione si intitola Gli amori difficili, e si configura come una raccolta di racconti brevi, i quali ruotano tutti intorno ad un tema che, a differenza di quanto si potrebbe intuire dal titolo, non è l’amore a tutto tondo. Piuttosto, l’attenzione si focalizza su quell’aspetto fondamentale del sentimento amoroso che consiste nell’avventura, intesa quest’ultima sia come quella fugacità propria degli amori improvvisi, platonici, o soltanto immaginati, sia come l’intenzione di affrontare un lungo viaggio, fisico o anche solo mentale, verso l’oggetto del proprio desiderio.
Gli amori difficili di cui Calvino ci narra sono tredici; ad ognuno è dedicata una storia e ognuno ha per protagonista una figura particolare. I racconti sono proposti in ordine cronologico di scrittura; si parte dal primo, scritto nel 1953 e si arriva all’ultimo, scritto nel 1967.
Si inizia con l’avventura di un soldato, il giovane Tonagra, che si lascia sopraffare dal desiderio sessuale durante un viaggio in treno; con sua stessa sorpresa, Tonagra si accorge che la signora verso la quale rivolge le sue attenzioni ricambia l’interesse nei suoi confronti e ne nasce un breve ma intenso flirt. Seguono le avventure di un bandito, di una bagnante, di un impiegato, di un fotografo, di un viaggiatore, di un lettore, di un miope, di una moglie, di due sposi, di un poeta, di uno sciatore, di un automobilista. Ognuno di questi personaggi intraprende un viaggio verso la persona amata in quanto spera di trovarla, volendo riprendere le parole della citazione iniziale, ad attenderlo al termine della propria corsa.
Concludono la raccolta altre due storie, più articolate rispetto alle precedenti, e probabilmente per questo poste dall’autore proprio a chiusura del volume: “La formica argentina” e “La nuvola di smog”, pubblicate rispettivamente nel 1952 e nel 1958. Il primo è uno scritto alquanto curioso, in quanto ci narra di una famiglia composta da marito, moglie e un bambino appena nato alle prese con un trasloco in una nuova casa invasa dalle formiche. Una vicenda che appare impressionante e lo è realmente, perché nel leggerla capita davvero di sentirsi addosso quel prurito che gli odiosi animaletti provocano agli umani quando si ritrovano a camminargli sulla pelle. Il secondo invece è interamente incentrato sulla figura di un giornalista da poco trasferitosi in una grande città, il quale deve fare i conti con un amore lontano, che credeva finito, a torto forse: “mi resi conto di non aver mai dubitato che Claudia m’avrebbe ritrovato, anzi: di non aver aspettato altro per tutto questo tempo”.
Al di là di tutti gli spunti di riflessione che possiamo ritrovare ne Gli amori difficili, al di là delle trame e dei personaggi, ciò che ho maggiormente apprezzato del libro è sicuramente lo stile dell’autore: la narrazione diretta, l’uso sapiente della punteggiatura, quei due punti ai quali Calvino ricorre spesso e che spalancano un mondo di emozioni. Emozioni che non si fanno mai sdolcinate, mai eccessive, mai di troppo: semplicemente, rimangono quelle espressioni spontanee dell’animo umano che i protagonisti manifestano più o meno platealmente, ciascuno in base alla propria personalità.
Lettura consigliata dunque, sia a chi ha già letto qualcosa di Calvino, sia a chi si approccia a quest’autore come me per la prima volta. A chi ha un amore difficile in corso. A chi si innamora ogni giorno, non necessariamente di una persona sempre diversa. A chi ama la vita, e l’avventura quotidiana che il vivere comporta.
Aprile 10, 2016
Ho letto “Gli amori difficili” molti anni fa e questa recensione mi ha rinverdito emozioni e sensazioni ,nate da questa lettura, che si erano ormai sopite. Rileggerò volentieri queste pagine. Grazie!
Aprile 14, 2019
Bellissima recensione, brava Caterina.
Anche io ho letto questolibro molti anni fa e come te trovo molto bello l’italiano di Calvino.
Mi era piaciuto moltissimo anche la Giornata di uno scrutatore.
Avrei voglia di leggere di più letteratura e non solo libri di politica e di diritto che hanno a che fare col mio lavoro.
Mi resta la notte per questo.
In che villaggio vicino Palermo abiti?