Ricordati di sognare di Rachel Van Dyken
Kiersten e Weston sono due collegiali. Lei al primo anno, lui all’ultimo anno di college. La loro storia in Ricordati di sognare inizia come una qualsiasi storia d’amore: per caso, per goffagine, semplicemente per destino. Da ragazzi così giovani ci si aspetterebbe di leggere una storia tutta rose e fiori, con i classici litigi adolescenziali dovuti alla gelosia; sapete, cose tipo: “Hai guardato un’altra ragazza. Non mi hai risposto al messaggio. Non mi hai richiamato. Ecco, non mi pensi. Tu non mi ami come io amo te”. E invece, ritroviamo due ragazzi fragili, insicuri, che troppo giovani hanno già conosciuto la morte e si ritrovano a camminare esitanti in quell’arco della vita in cui tutti siamo stati (chi più, chi meno) spensierati e, perché no, incoscienti. Ma non loro. Sempre pronti a ponderare ogni gesto fatto, ogni parola detta, perché hanno capito quanto labile sia il confine che separa dalla morte. Kiersten, due anni prima dell’inizio del college, ha perso entrambi i genitori, morti durante un’immersione in una grotta. La situazione di Weston invece è un po’ più delicata: non solo ha perso la madre e il fratello, e sulla sua testa pesa l’accusa di uno stupro, ma è anche affetto da un tumore che velocemente sta raggiungendo il cuore. In attesa di un’operazione, è costretto a prendere dei farmaci sperimentali che gli provocano nausea e debolezza. Ed è per questo che è seguito in ogni istante da uno psicologo e da un medico. Tutto ciò gli ricorda che il tempo a sua disposizione sta per scadere. Inizialmente lui si rassegna a quest’idea: sa che gli restano solo tre mesi da vivere e non fa altro che aspettare il giorno in cui chiuderà gli occhi per non riaprirli più. Poi però, come in ogni favola che si rispetti, arriva il principe azzurro su un cavallo a salvare la principessa imprigionata. In questo caso però ad essere salvato è il principe, e l’eroina è una fanciulla dai lunghi capelli rossi.
La critica a Ricordati di sognare
È difficile restare indifferenti a questa lettura. Oltre al fatto che le storie d’amore a me piacciono un sacco, in questa storia c’è la vita di tutti, o almeno parte di essa. Mi sono ritrovata in Kiersten quando, appena arrivata al college, si ritrova “persa” nella burocrazia dei primi giorni, nell’imbarazzo di condivere l’alloggio dello studentato con un’estranea, con la convinzione che basta lasciare il piccolo paesino di provincia per avere la forza di cambiare vita. Dall’altro lato, abbiamo invece la fragilità di Weston, che ha smesso di lottare, il quale crede che basta spegnere i sentimenti, così come si fa con la luce lasciata accesa in una stanza, per andare avanti. La bella penna di Rachel Van Dyken smussa delicatamente le personalità dei vari personaggi, lasciando il racconto ai due attori principali, Kiersten e Weston, che ci narrano in prima persona la storia, viaggiando attraverso i giorni che di getto fanno riacquistare fiducia e gioia di vivere ad entrambi. A volte i pensieri (soprattutto quelli di Weston) possono rallentare la lettura, risultando monotoni e ripetitivi, ma conoscendo maggiormente il personaggio si capisce il perché di tante riflessioni e ripensamenti. È una storia di amore, ma soprattutto di vita, perché bisogna sempre trovare un motivo per riaprire gli occhi al mattino e far sì che sia unico. La vita sa essere davvero uno schifo. Si dice che Dio non ci dà mai di più di quello che possiamo sopportare; a volte però sembra che si diverta a mettere a dura prova sempre le stesse persone. Ed è proprio in quei momenti bui che bisogna trovare la forza di lasciarsi andare ai sentimenti positivi, soprattutto all’amore; perché davvero l’amore ci cambia la vita. Ricordati di sognare è un inno alla vita, a non mollare nemmeno quando tutto sembra perduto: uno spiraglio di luce durante la tempesta. Insomma, io ve lo consiglio!