L’Orchessa e altri racconti, le donne raccontate da Irène Némirovsky
Pochi sanno che Irène Némirovsky, celeberrima autrice di Suite francese, si è dedicata nel corso della sua vita anche alla stesura di racconti, in parallelo alla scrittura “impegnata” caratteristica della sua opera più conosciuta. Nel 2014 Adelphi ha deciso di pubblicare nove delle sue narrazioni brevi, inserendole in un unico volume intitolato L’Orchessa e altri racconti. Le nove storie contenute nel libro contano altrettante protagoniste, le quali ci rendono partecipi della loro visione tutta al femminile del mondo che le circonda: Madeleine, e quella Commedia borghese che è la sua vita; Ida Sconin, anziana soubrette che conosce la tristezza di essere messa parte per una ballerina più giovane; Agnès, alle prese con la difficile adolescenza della figlia Nadine e un marito totalmente assente; la signora Barret, disposta ad umiliarsi pur di salvare la vita al figlio condannato a morte; Anne Demestre, e il delicato rapporto con i suoi quattro figli; Blanche Lajunie, “vecchia zitella povera e sola”; Rosine, bambina che sta per diventare donna, con tutti i problemi che quest’età difficile comporta; Florence, e la sua vita di bugie all’uomo che credeva di amarla; l’Orchessa, una matrona tarchiata, e le sue figlie.
Un approfondimento sull’animo femminile
Tutte le donne di cui ci parla la Némirovsky sono accomunate da una vita difficile, o meglio, tutte si trovano ad affrontare un momento difficile. Anche coloro che hanno vissuto un’esistenza felice, come l’ex soubrette Ida Sconin di Ida, si ritrovano a fare i conti con la dura realtà sopraggiunta e si perdono in riflessioni su ciò che è stato e ciò che sarà. Proprio l’approfondimento psicologico di ogni personaggio costituisce l’aspetto più interessante dei racconti. L’animo femminile è descritto in tutta la sua sensibilità, a prescindere dal corpo nel quale si ritrovi ad abitare, che sia la zitella o la madre preoccupata per i figli, l’adolescente o la signora anziana. Gli uomini non giocano comunque un ruolo meno rilevante: essi sono indispensabili co-protagonisti delle vite delle donne che popolano i racconti. Talvolta accade che la figura maschile passi in primo piano rispetto a quella femminile. Ad esempio, la signora Barret di L’inizio e la fine si batte per la scarcerazione del figlio, ma la storia vera e propria è incentrata sui tormenti del giudice che dovrà prendere una decisione in merito alla causa che vede coinvolto il giovane, seppur non sia difficile immaginare le conseguenze che tale decisione avrà sulla madre.
Un piccolo capolavoro: il racconto Legami di sangue
Il racconto che a mio parere merita di più tra tutti quelli del volume è senza dubbio Legami di sangue. Esso narra del delicato rapporto di una madre, Anne, con i suoi quattro figli: Alain, Albert, Augustin e Mariette. L’unico momento in cui la famiglia si riunisce è il pranzo domenicale, ma per i figli anche presenziare a questo appuntamento diventa sempre più difficile, presi come sono dalle loro incombenze quotidiane. Anne lo sa, ma fa finta di nulla. Li provoca, li vorrebbe più presenti, ma alla fine prevale in lei un triste senso di rassegnazione: