Braccialetti rossi di Albert Espinosa
Avere 14 anni e scoprire di avere il cancro. Un lungo, infinito e travagliato pellegrinaggio in ospedale: l’amputazione di una gamba, l’ asportazione di un polmone e un numero impreciso di chemioterapie, prelievi e tac. Dieci anni di sofferenze, ma poi… la guarigione. Dalla gioia iniziale, all’incertezza sul futuro. Ritrovare un nuovo ritmo, un nuovo passo; quello che più prima spaventava, lascia quasi un vuoto. E quindi la routine di una volta (ospedale, analisi, casa…ospedale, chemio, casa,…) deve essere sostituita da una quotidianità normale.
Dalla voce limpida e sincera di Albert Espinosa leggiamo un racconto che non vuole essere una struggente storia di dolore, ma una condivisione di lezioni di vita e belle esperienze vissute durante la degenza. Si, avete letto bene: belle esperienze! Perché durante una malattia grave come può essere il cancro, si può avere l’occasione di incontrare persone straordinarie, condividere pensieri, potersi confrontare senza giudizi e, perché no, vomitare senza vergogna: perché c’è chi vomita e chi no!
“Chi ci ha donato il senso dell’umorismo ha avuto un’idea straordinaria!”
Ed è con estrema ironia che Albert Espinosa ci accompagna lungo le pagine di Braccialetti Rossi (edito da Salani Editore e di cui Giacomo Campiotti ha diretto una miniserie tv su Rai 1). Definendo capelloni i ragazzi del suo reparto, lezione dopo lezione scopriamo tante piccole sfumature in una vita che appare solo fatta di dolore e paura.
“Quel giorno ho capito che dolore è una parola senza valore concreto, proprio come paura. Sono termini spaventosi, che causano dolore e paura. In realtà però se la parola non esiste, svanisce l’essenza che essa pretende di rappresentare”.
23 sono queste lezioni, un numero non scelto a caso: nel ventitreesimo cromosoma risiede il sesso di una persona; il 23 Aprile gli è stata amputata la gamba; 23 sono le persone gialle che ognuno di noi ha nella vita. Perché è lì che Albert Espinosa ci vuole portare: nel suo mondo giallo fatto di persone gialle. Prima di farlo però ci da una sorta di manuale dove ci racconta di ventitré sue esperienze ospedaliere, dandoci però altrettanti consigli affinché anche noi possiamo trovare il giallo nella nostra vita e dargli così una nuova definizione.
“Giallo – persona che riveste un ruolo speciale nella nostra vita (…) Parlare con loro ci rende persone migliori e ci fa scoprire le nostre lacune”.
Un viaggio che ci vuole insegnare la strada della consapevolezza su ciò che ci affligge:
“Non puoi lottare contro il cancro se non sai cosa ti aspetta”
Su noi stessi:
“Ci ritroviamo spesso a pensare di aver preso delle decisioni sbagliate come se fossimo convinti di essere più intelligenti adesso rispetto a prima, come se il tuo io del passato non avesse valutato a sufficienza i pro e i contro”
Senza farci perdere però la forza nella speranza e nei sogni:
“Se credi nei sogni, i sogni si creeranno!”
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