Cenone di Natale a base di libri
Ai nastri di partenza: casco rigorosamente integrale, fucile carico di battute feroci e…. Buon Natale! E cosa c’è di più bello che giocare alla famiglia unita e felice per le feste di Natale? Immagino niente. Se non si è capito ancora, non sono fautrice dei pranzi e delle cene d’obbligo, per tale motivo, per quest’anno, ho deciso di combattere il parentado con un cenone di Natale a base di libri, ehmm, come dire, pensati apposta per.
Un cenone di Natale a base di libri può anche essere un modo – forse un po’ troppo arzigogolato, lo ammetto – per lanciare un messaggio ad una persona, un messaggio che non necessariamente deve essere al vetriolo, ma che può anche esprimere un pensiero positivo. Dipende.
Cenone di Natale a base di libri – Si salvi chi può!
Cominciamo con un aperitivo leggero, un calice di prosecco (perché a Natale gli alcolici servono maledettamente) e una copia di Storia delle terre e dei luoghi leggendari di Umberto Eco, giusto per rammendare che vorrei essere ovunque, in qualsiasi altro luogo, ma non in mezzo a loro. Intanto sogno e mi dedico questa prima portata.
Il cenone di Natale a base di libri comincia ad entrare nel vivo quando a tavola arrivano gli immancabili spaghetti con le vongole veraci. In tema di genuinità, proporrei un primo letterario con Margherita Dolcevita di Stefano Benni, ricordando che il consumismo come dogma – fra l’altro racimolando e accumulando soldi con le marchette – non è proprio motivo di ostentazione. Anzi.
E mentre in tavola viene servita la classica insalata di rinforzo e il baccalà fritto con tanto di capitone al seguito (giusto per deliziare i palati più forti), concentro le mie attenzioni sui più piccoli della cricca, quelli che stanno incollati da mane a sera sui videogiochi ignorando completamente ciò accade ad un palmo dal loro naso, nel mondo reale. Ceniamo con loro a base di Hunger Games.
Ma il cenone di Natale a base di libri continua e, fra chiacchiere insulse e risatine tirate, arriva la spigola e, d’obbligo, è tirare dal cilindro il romanzo di Jonathan Franzen Le correzioni: qualunque cosa vi verrà detta, ammiccata, tirata dietro, leggete pure un passo a caso di questo libro, a mo’ sacrale, e qualcuno – si spera – si morderà la lingua la prossima volta.
Struffoli, roccocò e mustacciuoli non possono mancare sulla tavola della tradizione, ma a questo punto siamo già a diversi round dall’inizio e qualcuno, al solito, ha cominciato ad allentare di un primo buco la cintura (e siamo solo al 24 dicembre). Ma il dolce serve – appunto – per addolcire, anche se volentieri scaglieresti un roccoccò (che per chi non lo sapesse sono molto, molto duri) sul naso di qualcuno (o forse più di uno). Concediamoci così l’ultimo romanzo di Luis Sepúlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, anche se ne andrebbe bene uno qualunque perché ognuno ha una morale importante da assimilare.
Il nostro cenone di Natale a base di libri volge al termine fra un caffè, un limoncello e qualche altro bicchiere di alcol del quale ho assoluta necessità. Buon Natale, signori, sperando che le vostre feste non siano cataclismatiche come le mie.