Giuseppe Filidoro, autore del romanzo Il silenzio della neve
Piacevolmente a colloquio con Giuseppe Filidoro, autore del romanzo Il silenzio della neve – Osanna Edizioni.
INTERVISTA A GIUSEPPE FILIDORO
Il silenzio della neve è un piacevolissimo romanzo. Come e quando nasce?
Da tempo sentivo il desiderio, il bisogno direi, di scrivere. Una sera di due anni fa, seguendo questa spinta che nel tempo si era fatta più forte, ho iniziato a scrivere le prime due pagine di quello che sarebbe diventato “Il silenzio della neve”. Non avevo una storia da raccontare, né personaggi da definire, per cui fin dall’inizio la storia si è composta un po’ da sé, definendosi man mano che procedevo, quasi la sua esistenza mi trascendesse. Scrivere questo romanzo è stata per me un’esperienza molto intensa, densa di emozioni, culminata in un vissuto di malinconica nostalgia quando il romanzo ha visto la sua fine.
La copertina del Suo romanzo ritrae un’immagine che viene raccontata nel libro, perché questa scelta?
L’immagine, che personalmente trovo bellissima e quanto mai adatta a rappresentare un tema e una certa atmosfera del romanzo, è stata scelta dall’Editore Osanna, nelle persone di Rosetta Maglione e Antonio Vaccaro, che ho qui l’occasione di ringraziare per la cura, l’attenzione e il gusto con cui hanno reso possibile la realizzazione del libro.
A quale personaggio del suo romanzo è più affezionato?
In realtà tutti i personaggi, i luoghi e le atmosfere descritti mi sono molto cari. Tutto l’insieme nella sua coralità rappresenta un mondo a me molto caro, il mondo della mia infanzia ormai lontana, per cui non mi è facile individuare un personaggio più caro di altri. Dovendo comunque rispondere alla domanda direi Don Vincenzo, senza dimenticare il suo amico di sempre e alter ego Donatino Sapienza.
Lei è Medico Psichiatra, quanto ha influito la sua interessante e delicata professione nella stesura di questo romanzo?
Aver esercitato come Psichiatra e come Psicoanalista da più di venti anni, essere in contatto con l’interiorità di molti, una certa conoscenza dell’animo umano, ha probabilmente determinato una certa attenzione al mondo “psichico” dei personaggi, anche se ho fatto il possibile affinché le mie competenze professionali non esondassero, trasformando il romanzo in un “trattato” sui disagi psichici. I lettori diranno se ci sono riuscito.
Notiamo la dedica: A mio padre. Ci può dire perché ha sentito e ritenuto giusto dedicare questo romanzo a Suo padre?
Quando ero bambino, mio padre, all’epoca insegnante delle elementari e in seguito Direttore Didattico, mi ha educato alla lettura. Ricordo tuttora con emozione la gioia che provavo quando mi portava un nuovo libro da leggere. Di questo gli sono immensamente grato, oltre al suo essere stato ed essere tuttora un padre da indicare ad esempio. Infine, mio padre è un uomo del Sud, fortemente legato alla sua cultura e alle nostre comuni radici. Il romanzo non poteva che essere dedicato a lui.
Per quale genere di pubblico ritiene sia adatta la lettura del Suo romanzo e per quali motivi?
Inizialmente pensavo, essendo ambientato in un preciso contesto culturale e geografico, che il mio romanzo fosse essenzialmente un romanzo per “gente del Sud”. In realtà ora, confortato dal giudizio di lettori di altra cultura e collocazione geografica, per i temi trattati, penso che sia fruibile anche al di fuori del contesto cui si riferisce. E’ di questi giorni inoltre la graditissima comunicazione da parte di una Prof.ssa di Lettere di un Liceo che ha deciso di proporre la lettura del mio romanzo nelle sue classi, ritenendo il testo adatto anche a lettori non adulti.
Ha pubblicato altre opere oltre a Il silenzio della neve? Ha altri progetti di pubblicazione per il prossimo futuro?
“Il Silenzio della neve” è la mia prima opera di narrativa. Prima avevo scritto solo articoli inerenti la mia professione e un libro per psicoterapeuti dal titolo “La Consultazione Psicodinamica. Teoria e Tecnica”. Ed Armando. In un futuro prossimo mi piacerebbe scrivere ancora, sempre di narrativa; spero ci sia dentro di me un’altra storia che possa prendere vita da sé.
Settembre 15, 2013
Molto bella questa intervista, avvicina il lettore alle origini di questo intenso romanzo e alla sensibilità dell’Autore. Grazie!