Butcher’s Crossing, il far west di John Edward Williams
Ci sono libri che non sempre ricevono il meritato plauso una volta pubblicati. Alcuni, ad esempio, vengono riscoperti dopo molti anni, magari quando l’autore è ormai defunto. Addirittura altri non hanno neanche l’onore di essere stampati in tempi brevi, così come è accaduto a Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Butcher’s Crossing di John Edward Williams rientra a pieno titolo fra i romanzi “incompresi” del suo tempo.
Pubblicato nel 1960, Butcher’s Crossing è considerato a pieno titolo come il romanzo per eccellenza sul far west, prima ancora dell’avvento di Cormac McCarthy, maestro del genere. Una storia apprezzata ed amata forse troppo tardi dal grande pubblico, quando ormai Williams non era più fra noi per godersi il suo grande successo.
La critica è subito apparsa entusiasta di Butcher’s Crossing, così come lo è stato per Stoner, pubblicato nel 1965 da Williams, ma salito agli onori della ribalta solo da poco, da quando il New York Times lo definì il “romanzo perfetto”.
«Duro e implacabile, eppure sobrio nei toni, Butcher’s Crossing ha aperto la strada a Cormac McCarthy. È stato il primo e miglior romanzo revisionista sul West».
The New York Times Book Review
«I romanzi di John Williams sono implacabili, eppure esprimono sempre un certo ottimismo sulla nostra capacità di preservare qualcosa di importante dalle condizioni crudeli che mediamente la vita offre. Insieme con la necessaria solitudine dell’artista, Williams manifesta la triste e stupefatta consapevolezza del trionfo transitorio dell’arte».
Times Literary Supplement
La trama
1873. William Andrews è un ventitreenne americano che, dopo due anni di studi ad Harvard, abbandona la sua casa di Boston per andare alla ricerca di se stesso. Lascia dunque l’agiatezza della sua famiglia e gli scranni dorati dell’università per approdare nel minuscolo paesino di Butcher’s Crossing.
Qui gli viene offerto un lavoro impiegatizio alle dipendenze di McDonald, un commerciante di pelli di bisonte locale, ma William rifiuta ed accetta, invece, di unirsi alla battuta di caccia organizzata da Miller. Questi vuole condurre il gruppo di cacciatori in una valle nascosta, dove la natura regna selvaggia, e dove si troverebbero le ultime imponenti mandrie di bisonti da uccidere.
William parte così per quella che è una sfida non solo con l’ostilità della natura, ma anche con se stesso e con i propri limiti, un percorso che il ragazzo vive in maniera quasi onirica, ammaliato dalla bellezza mistica dei panorami e fiaccato dalla fatica. Un viaggio che mai avrebbe pensato di vivere con tale intensità e coinvolgimento.
Note sull’autore
John Edward Williams è nato nel 1922 in Texas da famiglia modesta e semplice. Durante la seconda guerra mondiale è stato di stanza, dal 1942 al 1945, sia in India che in Birmania. Al suo ritorno, riesce ad iscriversi all’Università di Denver e poi a quella del Missouri. Proprio a Denver trascorse tutta la vita insegnando letteratura inglese presso l’Università del Missouri, la stessa che aveva frequentato anche lui. Nel 1973 vince il Nation Book Award per la narrativa. Nel 1994, Williams muore, lasciando dietro di sé opere ancora troppo poco conosciute ma assoluti capolavori.
Nel 2012 viene pubblicato in Italia da Fazi Editore Stoner, un romanzo edito senza successo nel 1965, ma acclamato dai lettori di oggi. Nel 2013 è ancora Fazi a stampare un altro suo libro, Butcher’s Crossing, del quale sono già stati acquistati i diritti cinematografici.