Una stupida avventura, “mosaico” storico di Franco Mimmi
“Cantano quello lì e anche la bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella, che essendo risorgimentale ha il pregio di mettere d’accordo tutti, fascisti e antifascisti, repubblicani che esultano e monarchici che piangono per il referendum che ha cacciato via i Savoia. «Vuoi vedere,» dice uno in preda allo stupore, «che è la volta buona che facciamo gli italiani!».”
Una stupida avventura. È questa la vita per Rossana – protagonista dell’ultimo libro del giornalista Franco Mimmi – una serie di azioni, emozioni ed eventi che non hanno rigore, sono nulli e danno solo affanno, da vivere quasi con distacco. Un concetto personale, vero, ma che costringe a riflettere, a porsi delle domande, a cavalcare l’onda del tempo scivolando fra le pagine.
Tre diverse generazioni vengono messe l’una accanto all’altra, mentre sullo sfondo passa un’Italia fatta di conflitti mondiali e di grande ripresa economica, accompagnati da canzoni e canzonette prettamente sanremesi che sottolineano ogni momento, ogni singolo evento, dando una leggera impostazione anche ai momenti più intensi de Una stupida avventura.
Mimmi alimenta la curiosità del lettore portandolo per mano all’interno di un periodo storico lungo ed articolato, lungo quasi un secolo, ponendo al centro dell’attenzione la vita di una famiglia e del suo normale incedere, una vita fatta di singolari intrecci e apprezzabili momenti, ma che termina in modo probabilmente mesto, forse misero, ma con ritrovata consapevolezza.
In Una stupida avventura ciò che maggiormente colpisce il lettore è proprio lo spazio storico, complice d’intesa e di forze maggiori che spingono in maniera quasi involontaria il lettore ad apprezzare le sfaccettature del tempo, a viverle con complicità, sebbene questa venga puntualmente smorzata da una canzonetta che, per quanto appaia non sempre opportuna, ha la capacità di fungere da sottile e perfetto file rouge fra i periodi. Un po’ confuso, però, il posizionamento dei capitoli, inseriti di getto e che, per migliore comprensione, necessitano probabilmente di una lettura sistematica – anno dopo anno – così come da stessa ammissione ed alternativa proposte dallo scrittore alla fine del libro. D’altro canto, però, si potrebbe anche affermare che tale casualità non sia affatto tale, favoreggiando la medesima condizione che la vita impone.
Molto singolari i personaggi, da Sir Percy, dandy inglese erede di un impero in declino che giunge inesorabilmente al suo tramonto, fino ad arrivare allo strenuo Vittorio, uomo d’altri tempi emigrato dalla Sicilia al nord e “vittima” di tante distrazioni femminili, che però con il duro lavoro di sarto e la sua instancabile volontà ha definito un’era. Si arriva poi a Rossana, la nipote di Vittorio, che ha un carattere e un’apparenza immobili, di chi sembra aver rinunciato fin dall’inizio a vivere e a costruire qualcosa con le proprie mani, partendo fin dall’istruzione, lasciata in adolescenza. E sarà proprio con Rossana che si chiuderà il cerchio familiare. Sì, un cerchio: perché in questa casa non ci sono eredi, la ruota si chiude su sé stessa e ritorna alle sue origini, al rumore del popolo, lasciando per sempre il clamore delle alte sfere e giungendo alla completa comprensione che la vita, in fondo in fondo, è davvero Una stupida avventura.
Note sull’autore
Giornalista e scrittore, Franco Mimmi ha scritto per Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Mondo, Italia Oggi, Il Corriere della Sera, L’Espresso, Il Sole-24 Ore e L’Unità. Al suo attivo ha numerose opere che spaziano in generi e temi differenti, fra i quali ricordiamo Un cielo così sporco, Brivido Nero (scritto a quattro mani con Valerio Massimo Manfredi), Lontano da Itaca, Tra il Dolore e il Nulla.
La sua ultima opera, edita con la piattaforma di self publishing Lampi di Stampa, si intitola Una stupida avventura.